…storia
Era il 1471 quando si insediò papa Sisto IV. Sul ponte di fronte a Castel Sant’Angelo, “nel giongere che fece el Papa … li hebrey gli presentarono una bibia, dicendo che quella era la lege de Moyses, e che gli volesse confirmare quella”. Il papa rispose: “…Quella lege de Moyses tunc temporis era bona, ma che poy era venuto il vero missia che loro expectavano in dicta bibia, et perché non l’haveano cognosciuto e tutta via perseveravano in l’errore loro, però non erano da essere exauditi; et tunc se buttò dreto alle spalle la dicta loro bibia, et passò ultra”. Si trattava di una cerimonia molto antica, in cui all’omaggio proposto dagli ebrei di Roma al nuovo pontefice (un Sefer Torah addobbato come si conviene), seguiva un gesto di disprezzo di studiata violenza. La cerimonia, più o meno con le stesse modalità, proseguì fino al 1513 e fu interrotta prima dell’istituzione del ghetto da papa Alessandro VI. Erano decisamente altri tempi. Sotto il ponte di Castel Sant’Angelo è passata parecchia acqua e oggi si affaccia al soglio pontificio quel Jorge Mario Bergoglio che la scorsa Hanukkah – per dirne una – si è recato in una sinagoga di Buenos Aires per accendere la quinta candelina assieme alla comunità ebraica locale, suscitando la virulenta reazione di alcuni ambienti dell’intransigentismo cattolico. Si preannuncia un papato piuttosto interessante.
Gadi Luzzatto Voghera, storico
(15 marzo 2013)