Israele – Il volto del nuovo governo

Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha presentato il nuovo governo israeliano al presidente Shimon Peres al termine dello Shabbat. A consentirlo è stato l’accordo perfezionato venerdì solo all’ultimissimo momento tra Likud-Beytenu (31 seggi, di cui 20 del Likud e 11 di Yisrael Beytenu), e i partiti rivelazione di questa tornata elettorale, il centrista Yesh Atid (19 seggi) e l’ultradestra religiosa Habayit Hayehudi (12 seggi). Completa il quadro dell’esecutivo Hatnua (6 deputati): Netanyahu potrà dunque contare su una maggioranza di 68 parlamentari sui 120 della Knesset.
“Ho portato a termine la missione che mi era stata assegnata – ha dichiarato al presidente – Sono convinto che questa coalizione potrà portare ai cittadini israeliani buone notizie in tutti i campi”. Peres ha sottolineato che accanto alle grandi sfide che deve affrontare lo Stato ebraico esistono anche “grandi opportunità da cogliere nelle aree di sicurezza, azione sociale e progressi di pace e questo è il momento di sfruttarle”.
Nel complesso il governo avrà un numero di posti ridotto rispetto al precedente (da 30 a 22), come fermamente richiesto dal leader di Yesh Atid Yair Lapid. Di questi sette saranno assegnati al Likud (Difesa a Moshe Ya’alon, Trasporti a Yisrael Katz, Acqua ed Energia a Yuval Steinitz, Sviluppo regionale e di Negev e Galilea a Silvan Shalom, Sicurezza interna e Comunicazione a Gilad Erdan, Interni a Gideon Sa’ar, Cultura e Sport a Limor Livnat), in cui però rimangono molti scontenti, soprattutto dalle nuove leve del partito che dopo aver ottenuto un ottimo risultato alle primarie si sono viste scavalcate dai nomi storici nelle nomine di maggiore peso. Quattro ministeri andranno a Beytenu (Esteri ad Avigdor Liberman – una volta prosciolto dalle accuse di frode per cui è attualmente sotto processo – Pubblica Sicurezza a Yitzhak Aharonovitch, Agricoltura a Yair Shamir, Immigrazione a Sofa Landver), cinque a Yesh Atid (Finanze a Yair Lapid, Educazione al rabbino Shai Piron, Sanità a Yael German, Welfare a Meir Cohen, Scienza e Tecnologia a Yaakov Peri), tre a Habayit Hayehudi (Economia e Commercio a Naftali Bennett, che manterrà anche quello per gli Affari Religiosi, Abitazione a Uri Ariel, Anziani a Uri Orbach), due ad Hatnua (Giustizia alla leader Tzipi Livni, e Ambiente ad Amir Peretz).
Caso più unico che raro nella storia delle amministrazioni targate Likud, i partiti haredim (il sefardita Shas, 11 seggi, e l’ashkenazita Yahadut HaTorah, 7 seggi) andranno dunque all’opposizione, che sarà guidata da Shelly Yachimovich, leader del Labor (15 deputati). Un risultato ottenuto dalla forte alleanza tra Lapid e Bennett, che sono riusciti a strappare molto a Netanyahu nei negoziati di coalizione. Un’alleanza che i due hanno promesso proseguirà anche nell’azione di governo, anche se sono molti analisti si domandano se questo sarà effettivamente possibile, data la diversità di posizione dei due su svariati temi, soprattutto legati agli insediamenti e alle prospettive di pace con i palestinesi.
Il giuramento del nuovo esecutivo è previsto per lunedì, a poche ore dall’arrivo di Barack Obama, in programma per il 20 marzo. Il presidente Usa ha rivolto a Netanyahu un messaggio di congratulazioni “Sono ansioso di lavorare fianco a fianco con il primo ministro e il nuovo governo – ha dichiarato tramite il portavoce Jay Carney – di affrontare le tante sfide che abbiamo davanti e di progredire nel comune interesse della pace e della sicurezza”.

Rossella Tercatin twitter @rtercatinmoked

(17 marzo 2013)