Nugae – Banksy

“Se i graffiti cambiassero qualcosa – sarebbero illegali”, recita in rosso vivo un muro di Londra. Un bel ratto nero disegnato in basso suggerisce che l’autore di questo slogan tagliente, che esprime la forte critica nei confronti del governo che si ostina a etichettare i graffiti come forma di vandalismo, sia opera di Banksy, uno degli artisti di strada più noti al mondo. Nessuno conosce il suo vero nome, nessuno l’ha neanche mai visto, di lui non si sa niente. Tranne che le sue opere vengono battute all’asta per migliaia di sterline, e i suoi documentari ricevono candidature agli Oscar. Altro che vandalo insomma, rientra a pieno titolo nella categoria artisti, e anche uno di quelli impegnati, di quelli entusiasti e sognatori che vogliono davvero rendere il mondo migliore con la loro arte. Originario di Bristol, Banksy disegna soprattutto nelle strade londinesi, combattendo il sistema con la tecnica dello stencil. Anti-imperialismo, anti-razzismo, anti-consumismo, l’uomo che sprofonda nella povertá, nell’ipocrisia, nella perdita di speranza, nell’alienazione, e nell’assurdo, sono alcuni dei principali temi delle opere di Banksy. Le sue immagini hanno un che di surreale, di straniante. Spesso come soggetti hanno i simboli dell’ingessatissima autoritá anglosassone, le guardie col colbacco di Buckingham Palace, i vigili con i loro cappelli allungati, ribaltati in situazioni paradossali. Ma le opere più belle sono quelle che parlano di pacifismo. C’è il ragazzo che invece che una bomba sta per lanciare un mazzo di fiori. C’è la bambina in abitino rosa confetto che perquisisce un soldato in divisa. E poi, forse i più toccanti, ci sono i graffiti che nel 2005 Banksy dipinse sul muro fra Israele e territori palestinesi. Una bambina vola dall’altra parte appesa a dei palloncini. Un bambino si apre un buco attraverso cui si vede il cielo azzurrissimo con le sue nuvole bianche e leggere. Un uomo scosta il grigio del muro come un sipario dietro il quale s’intravede l’orizzonte. E poi un salottino così typically british (manca solo il the caldo), con una finestra con le tendine dalla quale si ammira un sereno paesaggio di montagna.

Francesca Matalon, studentessa di lettere antiche twitter @MatalonF

(17 marzo 2013)