Tea for Two – Ebraismo al curry
Aprire la pagina del New York Times delizia le mie giornate e rinvigorisce la mente, oramai debilitata dalla tesi e altri affanni. Mi piace la sua auctoritas, è il punto di riferimento di numerose e interessanti tipologie umane. Della serie: dimmi che sezione del numero domenicale leggi e ti dirò chi sei. Lungi dall’essere snob, parla di tutto senza però creare strani miscugli grotteschi come fanno molti giornali italiani. Probabilmente solletica la pigrizia, ma è bello aprirlo e vedere che qualcuno ha già fatto il lavoro al posto mio. Un cappello celebrativo necessario per raccontare l’ultima piccola gustosa scoperta: l’inviata Joan Nathan è volata nella speziata India alla scoperta di cibo ebraico-indiano, una fusione che farebbe impallidire persino i severissimi giudici di MasterChef. Partita durante Channukkah, la nostra Joan si è imbattuta nel Menorah Restaurant e ha conosciuto anche una donna ebrea di origine irachena, Queenie, che cucina piatti memorabili nati da tre tradizioni diverse. La confortante Queenie le racconta che i preparativi per Pesach a Kochi iniziano addirittura da gennaio (e pensare che noi iniziamo a tremare solo dopo Purim). L’India che incontra la tradizione ebraica è qualcosa di favoloso, un cortocircuito colorato e in movimento: immagino Sarit Hadad che duetta con Panjabi MC e Gad Elmaleh accompagnato da Aishwarya Rai in un film che culmina in balli variopinti. Anche se alla fine, abbiamo imparato (e il New York Times conferma) che l’incontro migliore avviene davanti a una tavola.
Rachel Silvera, studentessa – twitter@RachelSilvera2
(18 marzo 2013)