…regole

Il rabbino e giudice Shlomo Dichovsky, direttore generale dei Tribunali rabbinici d’Israele e noto per i suoi responsa rabbinici autorevoli e coraggiosi, durante l’ultimo congresso mondiale dei rabbini ortodossi svoltosi in gennaio a Gerusalemme, ha sostenuto nel corso di un suo intervento che si deve guardare con maggiore attenzione e apertura al problema del gher katan – il ragazzo che voglia convertirsi in età di Bar Mitzwah. Il giudice che è chiamato a valutare la domanda di conversione deve stabilire delle procedure che consentano il suo accoglimento all’interno del popolo ebraico in modo da portarlo in occasione del suo Bar Mitzwah all’osservanza delle mizwoth e dello Shabbath in particolare. La posizione può sembrare normale e ovvia, ma è, per la fonte che l’ha espressa, più innovativa di quanto non sembri, e, nei dettagli, decisamente più aperta di quanto non accada oggi in Italia. Oltretutto, l’ha espressa un dayan, un giudice di Tribunale rabbinico, una figura che in Italia non abbiamo perché nessuno ha interesse a istituirla. Sarebbe una supervisione sulle decisioni dei rabbini, e questo a quanto pare è sgradito. Si preferisce l’anarchia, e lo scontento prodotto dalla difformità delle pratiche. E del resto, l’anarchia prevede che non ci siano regole da condividere e consente che ciascuno comandi a casa propria.

Dario Calimani, anglista

(19 marzo 2013)