Il fornello e il papa
Gadi Polacco ieri ha denunciato “la pressante, talvolta spasmodica, attenzione prestata dalla leadership ebraica italiana alle vicende vaticane” che gli “appare inversamente proporzionale all’attenzione prestata a problematiche quotidiane del mondo ebraico nazionale”. Non nego che il pericolo esista, ma vorrei mettere in evidenza l’altro aspetto della questione: l’incredibile e pressante attenzione dei media nazionali e internazionali alle reazioni ebraiche, e in particolare a quelle della comunità ebraica italiana. E’ su questo che bisogna ragionare, sull’attenzione nei nostri confronti e sulla presentazione della realtà che ne deriva. Aggiungendo un’altra considerazione. Ieri alle 13 ho parlato per pochi secondi con il papa. Alle 19 ho fatto una lezione al Collegio Rabbinico, in preparazione a Pesach, sulle regole del fornello a gas, se e come possa essere spento di Yom Tov. Capisco il pubblico in generale, ma tra i nostri lettori, che cosa incuriosisce di più e si vuole conoscere: l’oggetto della conversazione con il papa o l’halakhà del fornello? E allora di chi è il problema?
Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma
(21 marzo 2013)