Trieste – Il nostro Pesach comincia così

Probabilmente non capita in molte scuole di trascorrere l’intervallo dopo pranzo di una giornata di sole e vento tutti in piedi in semicerchio attorno a un pentolone.
La scuola ebraica di Trieste si prepara così ad accogliere Pesach, ripassando la Haggadah, assegnando parti da leggere e canti per il seder scolastico di venerdì e bruciando il chamez in terrazza alla presenza di tutti i bambini. In un ideale gioco di tradizioni e generazioni, la sera precedente i ragazzi più grandi, quelli che frequentano le attività del Talmud Torah, hanno eseguito la ricerca del chamez nella loro sede a lume di candela e l’hanno poi consegnato ai bimbi delle elementari per l’eliminazione.
“Perché cerchiamo il chamez a lume di candela invece di illuminare al massimo tutte le stanze? Non è un controsenso?”, chiede uno di loro. Se noi facessimo luce contemporaneamente su tutti gli aspetti “chamez” delle nostre vite, su tutto ciò che ci appesantisce e che vogliamo migliorare in noi, l’impresa ci apparirebbe troppo ardua. Illuminando invece una parte dopo l’altra, è più facile non perdersi d’animo e lavorare su noi stessi un poco per volta.

Miriam Camerini