…tolleranza

In Italia, fra ebrei e cristiani “vi furono certamente attriti e contrasti anche a livello elementare, ma le differenze – religiose, etniche o solo consuetudinarie – non sembra siano state in generale tali da precludere una convivenza che non di rado si sviluppa in abitudini di cordiale convivialità, nel senso più ampio del termine. (…) Dal carteggio di Carlo Borromeo apprendiamo che nel 1575, a Cremona, ebrei e cristiani ‘indifferentemente vanno l’uno in casa dell’altro, mangiano et bevono insieme (…), i figlioli et putti christiani vanno con ogni libertà nelle case degli hebrei et conversano con i loro figlioli’. (…) Un processo del 1590 ci descrive una scena di nozze in casa di un ricco ebreo ferrarese con tre tavole imbandite: una per i cristiani, una per gli ebrei e una dove cristiani ed ebrei stanno allegramente insieme”. Sono parole scritte da Corrado Vivanti (1928-2012) nel 1990 in un saggio che pianificava un grande progetto culturale in cui la storia degli ebrei in Italia veniva pensata come parte integrante e indispensabile della storia d’Italia. Un’idea di grande valore che ha aperto la strada a esperienze che oggi ci sono familiari come la giornata europea della cultura ebraica. Sulla figura e sull’opera di questo grande figlio dell’ebraismo mantovano scomparso lo scorso anno si svolge oggi un convegno a Mantova. Nel ripensare il significato dei rapporti fra ebrei e maggioranza cristiana nella penisola, Vivanti concludeva con una riflessione che trovo molto attuale e di immediata emergenza. “D’altra parte – scriveva Corrado – le vecchie minoranze possono anche venire assimilate e scomparire, ma gli uomini, per la natura stessa della loro storia, sono sospinti da continue trasformazioni, mossi senza posa e ristoro da obiettivi mutevoli, e nuove minoranze si introducono incessantemente fra i popoli, e nuovi ‘disordini et scandali’ possono insorgere per nuove ‘conversationi’ in mezzo a loro, soprattutto se chi presiede al vivere civile non è aperto a sensi di tolleranza”.

Gadi Luzzatto Voghera, storico

(22 marzo 2013)