Qui Genova – Il senso della vita
GENOVA
Lesson Brunch su bioetica e normativa ebraica, 17 febbraio 2013
In collaborazione con il DEC, il Collegio Rabbinico Italiano dell’UCEI, l’Istituto Italiano di Bioetica, la Comunità Ebraica, e l’Adei Wizo di Genova, domenica 17 febbraio, presso il circolo Dino Foa di Genova si è svolto un incontro-dibattito sul tema, Il senso della vita e il diritto dei viventi.
Brunch e saluti di benvenuto – rav Giuseppe Momigliano, Rabbino Capo della Comunità Ebraica di Genova.
Lo sviluppo di alcuni settori delle scienze biologiche e medico chirurgiche pongono problemi morali e giuridici nuovi e complessi, interrogativi inquietanti per le coscienze. Recenti opinioni rabbiniche in campo medico contribuiscono a ricercare direttive morali e religiose ispirate al lavoro della tradizione millenaria ebraica. E’ necessario confronto e confini morali e giuridici della ricerca scientifica, delle sue destinazioni e delle conseguenze future per l’umanità tutta.
INTERVENTI:
Fraternità terrestri. Le nuove frontiere della bioetica
Prof. Luisella Battaglia, docente di Filosofia presso l’Università di Genova e direttrice dell’Istituto Italiano di Bioetica
Cos’è la Bioetica per noi oggi? Nata negli anni ’70 sull’onda delle catastrofi del 1900 – bombe atomiche, drammi della coscienza collettiva e molto altro – lo scienziato trascura il mondo dei valori, non è consapevole degli obiettivi, non valuta eticamente l’esito della ricerca: il fine non giustifica i mezzi, la scienza – perduta la sua innocenza – non è portatrice di felicità. Auschwitz è un centro oscuro della sperimentazione dell’uomo sull’uomo: dopo Auschwitz lo scienziato – e non solo lui – deve dare conto della scienza con coscienza e dell’etica della responsabilità. Questa ultima deve coinvolgere tutti i cittadini e nessuno può decidere per noi.
La bioetica deve essere scienza con coscienza, etica delle scienze della vita, della etologia, dell’ambiente: noi siamo parte della natura e di tutte le creature viventi. Tre sono le sue frontiere: spazio, tempo, specie.
Spazio: siamo tutti nella stessa ARCA
Tempo: siamo responsabili oltre il nostro tempo, esercitiamo un potere e una scelta anche genetica per il uturo dei discendenti.
Specie: anche gli animali ci sono stati affidati e sono eguali a noi certamente nella sofferenza. Visione Teocentrica non più antropocentrica con l’Uomo custode del mondo abitato
Il senso della vita secondo un brano del Talmud
Rav Roberto Della Rocca, rabbino e direttore Dipartimento Educazione e Cultura Ucei
Fra i temi eticamente sensibili la vita sollecita quelli relazionali: quale il significato della vita? Ognuno cerca una risposta: DEUTERONOMIO, 30, 19 “Io chiamo a testimoni per voi oggi il cielo e la terra: io ho posto davanti a voi la vita e la morte, la benedizione e la maledizione; scegli la vita onde viviate tu e la tua discendenza”. E’ un suggerimento? Un imperativo? Si decide per la vita che non è però sopra a tutto: in generale la legge ebraica stabilisce che quasi tutti i comandamenti possono essere violati per salvare una vita umana,è addirittura considerato un esplicito dovere quello di sospendere l’osservanza dei più importanti precetti,come il riposo del sabato o il digiuno di kippur, se ciò mette a repentaglio la vita o se occorre intervenire per salvare una persona in pericolo, tuttavia vi sono alcuni casi per i quali viene invece richiesto di essere disposti anche al sacrificio della vita, se la condizione per essere salvati è il compimento di una delle tre trasgressioni considerate di massima gravità, che sono: l’omicidio, gli atti di idolatria e le unioni adulterine o incestuose: In tali casi la normativa ebraica stabilisce che si debba accettare di farsi uccidere piuttosto che trasgredire e delegittimare il progetto e la creazione di Dio, violando norme fondamentali della Torah; l’idea è quindi di vivere per santificare il nome di Dio e rifiutare esempi di vita desacralizzata.
PIRQUE’ AVOT 4,29
Nessuno ha chiesto di nascere, tutto è avvenuto senza consenso. Perché si deve darne conto? Si deve darne conto, accettare la vita anche se è disgraziata, perché Dio ha proprio dato quella vita a te.La riflessione si sviluppa partendo dall’analisi di un passo del Talmud relativo ad una importante figura della storia biblica, il re Ezechia.
EZECHIA (Talmud Babilonese, Berakhot 10a):
Il passo del Talmud propone un dialogo tra questo re e il profeta Isaia, sulla base di un racconto biblico (2°Re,20,1)nel quale si narra che il profeta Isaia si recò ad annunciare al sovrano ammalato che la sua morte era ormai prossima;secondo il Talmud, il re Ezechia veniva punito perché non aveva voluto avere figli prevedendo la loro malvagità, questa è la giustificazione che Ezechia rivela al profeta che gli risponde “cosa hai a che fare con i segreti del Misericordioso? Con queste parole Isaia voleva sottolineare il concetto di non occuparsi del disegno del Creatore per il futuro dei discendenti. Di fronte a tale spiegazione, il sovrano si dichiara disposto a sposarsi, anzi chiede in moglie la figlia del profeta, questi però è convinto che la sentenza divina nei confronti del re Ezechia sia già stata emessa e non sia più revocabile; proprio su questo punto, sorprendentemente, è il re ad insegnare in un certo senso allo stesso profeta il dovere di non rinunciare mai a credere nella vita e nell’aiuto del Signore. Infatti Ezechia replica ad Isaia con queste parole: ”Anche se una spada affilata è appoggiata sul collo di un uomo, egli non deve disperare della misericordia (del Signore)”. Le cose poi si evolvono come il re Ezechia aveva previsto. Infatti uno dei suoi figli Manasse, sarà ricordato come il sovrano più malvagio del Regno di Giuda al punto che manderà a morte anche il nonno, il profeta Isaia. Il suo successore è Giosia. Sarà di nuovo un re che dà speranza, ripristinando l’autorità della Torah e operando per il bene del paese: questo insegna che ognuno deve fare la sua parte responsabile, giorno per giorno. Tutti i giorni bisogna fare fare con fiducia anche se le previsioni non sono buone come per la Shoah; alcune Comunità sono state distrutte, altre sono rinate. Ognuno di noi deve fare la propria parte,con assiduità accettando i suggerimenti e gli stimoli. Ci sono molte iniziative apprezzabili, non deleghiamo. La vita ebraica richiede la volontà di esser presa in carico. Si possono discutere in successivi incontri prospettive future per le nostre Comunità.
La normativa ebraica e le questioni di inizio vita
Rav Gianfranco Di Segni , rabbino, biologo, ricercatore presso il CNR
Riprendendo uno dei punti trattati dalla professoressa Battaglia nella sua relazione, rav Di Segni ha sottolineato il concetto ebraico di responsabilità dell’uomo verso l’ambiente, ha quindi citato il passo del racconto della creazione in cui è detto (Genesi 2,15 ) “Il Signore Iddio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden perché lo coltivasse e lo custodisse”. Da questo impariamo che l’uomo deve preservare l’ambiente, prendendosi cura degli animali e della vegetazione; da Adamo a Noé l’uomo non aveva il permesso di cibarsi degli animali e nell’era messianica non si mangeranno più.
Fecondazione assistita: una coppia di coniugi ha presentato ricorso perché la legge italiana 40 non consente la diagnosi pre-impianto introducendo così un embrione sano nell’utero, ma è consentito l’aborto nel caso si sviluppi una anormalità; l’Italia è stata bocciata su questa legge. Si spera nella revisione. Pertanto la coppia ha ottenuto il sostegno per una diagnosi pre-impianto. Chi non è in grado di avere figli (sperma carente, difficoltà della donna al passaggio incontro delle cellule) può chiedere la fecondazione assistita. Cellule maschili e femminili s’incontrano in vitro, si forma l’embrione, che poi viene introdotto nell’utero e la gravidanza continua.
Posizione ebraica: si sviluppa a partire dalla fondamentale importanza data alla procreazione, che è il primo precetto della Torah, annunciato dal Signore direttamente ad Adamo, e che è parte essenziale del dovere dell’uomo di sviluppare l’opera della creazione; in via di principio i metodi di fecondazione assistita, che intervengono per agevolare l’avvio della gravidanza nei casi in cui questa non si realizza nel metodo naturale vengono considerati conformi alla norma purché non comportino l’utilizzo di componenti provenienti da persone estranee, la fecondazione eterologa pone diverse gravi problematiche, che si riferiscono sia allo status del figlio nascituro, nell’incertezza della definizione dei ruoli, secondo il diritto ebraico, relativi al donatore e ai genitori di fatto, sia al rischio che, stante l’anonimato del donatore, possa verificarsi un legame incestuoso tra un uomo e una donna, ignari di avere in comune lo stesso genitore biologico; nella realtà dello stato d’Israele di fatto può avvenire che una coppia chieda la fecondazione eterologa all’estero e la domanda è “Di chi è il figlio? Della coppia o del genitore donatore?”. Se il marito è sterile, il padre biologico del nascituro è il donatore sconosciuto.
La madre donatrice si conosce e così la partoriente: il figlio sarà di entrambe le madri; l’ebraicità si trasmette dalla madre ebrea. Prevale la madre uterina o quella biologica? La madre uterina è considerata prevalente. E’ un problema di educazione che comincia già nell’utero materno dove l’embrione e poi il feto cresce nell’ambiente ebraico già dall’inizio della vita, e questo dà peso alla madre uterina.
A due portatori del gene della talassemia si sconsiglia il matrimonio, perché il figlio avrebbe vita difficile e breve; se sono già coppia e desiderano un bimbo, la legge ebraica permette la diagnosi pre-impianto. Le autorità rabbiniche ritengono l’embrione non ancora una persona nelle fasi iniziali dello sviluppo fino al 40° giorno, quindi permettono la diagnosi. Dopo 40 giorni dal concepimento, l’embrione è considerato persona. Anche nel periodo precedente a questo status ha diritto al massimo rispetto: è “potenzialmente” un essere umano. Embrioni già esistenti e in soprannumero si possono utilizzare per la ricerca e si conservano nel congelatore. Non si possono creare appositamente embrioni.
Gli embrioni sono ricchi di cellule staminali che si differenziano in numerose direzioni e sono studiate potendo migliorare malattie degenerative. Le ricerche vanno seguite con speranza essendo stati ottenuti progressi per riparazioni della pelle. Da ricordare che l’embrione è potenzialmente essere umano come già sottolineato, e quindi ci sono limiti morali da rispettare. La legge eugenetica può portare ad aberrazioni, selezioni, scelta del figlio maschio o femmina:i problemi etici non sono pochi. E’ seguito un lungo dibattito di cui si espongono i punti salienti, moderatore Avv. Ariel Dello Strologo, Vice Presidente della Comunità Ebraica di Genova e consigliere UCEI.
La legge sulla procreazione eterologa varia da Stato a Stato: la tendenza è quella di informare i nati che non in tutti gli Stati hanno possibilità di conoscere il donatore che resta anonimo. Questi figli potrebbero incontrarsi da grandi e sposarsi non sapendo di essere fratelli: si potrebbe verificare quindi incesto. Questi problemi complessi, aperti, discussi nel tentativo di conciliare etica, diritti, richieste: ogni progresso scientifico complica la vita, difficili sono le previsioni; occorre ragionevolezza e costante vicinanza e controllo con il pensiero ebraico. C’è un futuro anche per correggere, a piccoli passi .
Anche per i figli adottati è possibile conoscere i nomi dei genitori naturali: in Italia i nomi sono riportati sul certificato integrale di nascita. In analogia con l’adozione gli esperti consigliano di parlare della loro nascita ai nati con la fecondazione assistita o con la procreazione eterologa fin da piccoli: accennare alle tecniche in uso può sembrare un discorso difficile e disumanizzato, ma tocca ai genitori umanizzare la storia raccontando l’amore, il desiderio di filiazione e la speranza che li aveva sorretti nella loro attesa.
Si propone di procedere con la ricerca per arrivare alla fine di questo cammino emanando normative, traducendo in legge che contempli le varie esigenze.
Un’osservazione: è proprio necessaria una legge? La legge italiana 40 è stata recentemente bocciata dal Tribunale di Strasburgo a cui si è rivolta una coppia italiana. E’ prevista una revisione.
Dal dibattito emerge pressante richiesta di leggi liberali e tolleranti, “miti” evitando l’autoritarismo.
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Incentivare la donazione del cordone ombelicale ricco di cellule staminali utili per la ricerca è corretto: il cordone ombelicale si dona a una Banca autorizzata. Il donatore sarà anonimo, il cordone ombelicale non sarà a disposizione per la sua famiglia.
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L’aborto non è lecito; l’aborto terapeutico è permesso quanto prima possibile per salvare la vita della madre.
Una madre, assolutamente convinta che il feto non sia sano, può chiedere l’interruzione di gravidanza che si potrebbe consentire dopo gli accertamenti che terranno conto dei disturbi fisici e psichici della donna che possono scompensare gravemente la sua mente e la personalità, la vita coniugale, la famiglia tutta. Valutazione: caso per caso.
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Apprezzato il suggerimento di non delegare alle scienze l’orientamento e le decisioni per la nostra vita, quindi bisogna dare valore allo studio, alle informazioni, ai riferimenti per essere protagonisti nelle scelte.
Etica planetaria è il principio dell’ebraismo, le leggi sono di portata universale da Noé. L’identità ebraica personale non è pregiudicata dalla identità universale. Il percorso della vita si ricollega con il passato: nella preghiera del mattino sono presenti i discendenti e i discendenti dei discendenti con il pensiero per il futuro. °°°°°°°°°°°
Si ricorda che Einstein si è tormentato per il problema della pace, preoccupato per le conseguenze future dei suoi studi; ne parlò anche con Sigmund Freud.
Anna Levi