…preoccupazioni

L’“incidente diplomatico” fra Riccardo Pacifici e Beppe Grillo, mi sembra l’occasione per discutere di un problema emerso da tempo. Al di là della smentita di Pacifici, credo che le preoccupazioni da parte ebraica siano del tutto giustificate. Non so se Grillo e Casaleggio leggono questo notiziario, ma vorrei rivolgermi idealmente a loro, immaginando una risposta che possa rassicurare l’ebraismo italiano. Elenco qui sotto una serie di fatti che legittimano il sospetto di antisemitismo:
I molteplici commenti a sfondo antisemita comparsi sul blog. Di solito, si risponde che il blog è zona franca dove tutti i pareri sono ammessi. Cosa significa, che se la maggioranza fosse antisemita si legittimerebbe l’antisemitismo? Per noi è un problema l’equivalenza di tutte le posizioni.
La famosa intervista a Yedihot Ahronoth in cui Grillo ripropone i peggiori stereotipi antiebraici, cominciando dal controllo dell’informazione da parte di un’internazionale ebraica, che, addirittura, falsificherebbe le traduzioni dei discorsi di Ahmadinejad per spingere ad una guerra contro l’Iran. Dobbiamo prenderla come una battuta?
Molto contenti della partecipazione dei 5Stelle al Giorno della Memoria, ma non possiamo dimenticare che una consigliera della Zona 3 di Milano, Patrizia Bedori, nel dicembre 2012, è stata costretta (il punto di vista è il suo) a votare contro i finanziamenti per le iniziative del 27 gennaio perché il suo meet up aveva deciso in senso contrario. Svelando, in un sol colpo, i limiti di una democrazia diretta ed il brodo culturale in cui naviga il grillismo. Così come non possiamo dimenticare le immagini che accostavano SS e polizia israeliana “condivise” sulla pagina web del M5S del Piemonte.
Durante l’ultima campagna elettorale, il M5S ha cavalcato gli argomenti della più estrema destra europea, a cominciare dal referendum sull’Euro. L’endorsment di Marine Le Pen di ieri è solo l’ultima di una serie di tappe d’avvicinamento (si ricordi l’apertura a Casa Pound).
Lo spregio dei partiti e delle istituzioni democratiche, nefasti presagi per la memoria ebraica. Grillo e Casaleggio contrappongono a questa critica la figura di Edith Stein ed il suo “Manifesto per una politica senza partiti”, oppure il progetto “Comunità” di Adriano Olivetti. Al di là del carattere utopico di progetti che sono falliti (tanti ne ha proposti il ‘900 di analogo carattere, dai soviet in giù), diciamo che esistono due vie per l’abolizione dei partiti: una che ha di mira la costruzione di una comunità anarchica di liberi pensatori, l’altra che vuole sostituire al partito il padrone. Dalla restrizione del dissenso interno, alle epurazioni di massa nell’emiliano, alla dipendenza mediatica dal leader sembra che il M5S si stia dirigendo in questa direzione.
Sono solo alcuni fra i fatti che legittimano la preoccupazione. Spero che Grillo possa rassicurare non con formule generiche, ma rispondendo in modo preciso a questi punti. E sono contento dell’offerta di un incontro, che spero avvenga mettendo da parte i pregiudizi, nella speranza che il Movimento 5 stelle assuma, in futuro, posizioni chiare.

Davide Assael, ricercatore

(3 aprile 2013)