Progetti – Pavoncello: “Le sfide che ci fanno crescere”
Un presidente nazionale e criteri operativi comuni per i Tribunali rabbinici italiani. Il rafforzamento e la crescita dello Yom HaTorah, la giornata nazionale dedicata allo studio della Torah che quest’anno, giungendo felicemente alla seconda edizione, ha conquistato la dimensione di un appuntamento stabile con lo studio e la cultura ebraica. I nuovi progetti di coordinamento della kasherut per raggiungere l’orizzonte di un marchio unico di certificazione e la presentazione delle potenzialità produttive italiane sul mercato alimentare internazionale con la collaborazione del ministero delle Finanze e delle risorse. E ancora un grande convegno a vent’anni dalla scomparsa del rav Joseph Soloveitchik, uno dei massimi punti di riferimento del rabbinato ortodosso contemporaneo, che dettò la formula per tenere assieme Torah uMaddà (conoscenza di Torah e conoscenza secolare). L’agenda di Settimio Pavoncello è ricca di sfide in questa stagione. Chiedergli un elenco delle questioni da mettere in calendario equivale a sommare le sue speranze, i suoi ideali, con antiche questioni che l’ebraismo italiano non è ancora riuscito ad affrontare dopo lunghi dibattiti. Fra le urgenze anche quella di ridefinire, assieme ai colleghi di Giunta, le strutture organizzative del Collegio rabbinico italiano, che con un polo romano e le diramazioni di Torino e Milano dovrebbe garantire in futuro una migliore formazione per i giovani italiani che aspirano alla carriera rabbinica. La soddisfazione per gli esiti del secondo appuntamento dello Yom HaTorah che si è appena concluso, intanto, si fa sentire. “Quest’anno – commenta Pavoncello – l’iniziativa ha raggiunto un grado di maturità maggiore, con iniziative in tutte le città e l’incremento delle attività dedicate ai più giovani. Ma si annuncia anche una sua valenza di punto di riferimento per la società esterna, con l’interesse e la simpatia di molti cittadini e dei media. L’ebraismo italiano deve crescere, dimenticare le polemiche da cortile e guardare con fiducia a un mondo sempre più globalizzato”.
Pagine Ebraiche, aprile 2013
(4 aprile 2013)