Ticketless – Case e cose (più) leggere
Questo Ticketless è diventato troppo malinconico. Sentendo il bisogno di cose più leggere ho fatto tappa a Milano per visitare una mostra che prende il nome da una raccolta di Saba, “Cose leggere e vaganti”. Vengono esposti materiali inediti provenienti dall’archivio di Anita Pittoni, la fondatrice delle triestine edizioni Zibaldone. La cosa per me non leggera è che la mostra sia ospitata nel cuore di quella “Milano in mano” cara a Guido Lopez. Via Gerolamo Morone 1, casa di Alessandro Manzoni. Invito tutti a visitare questa storica dimora, percorrendo strade cariche di memoria ebraica: in via Bigli risuona la voce delle muse ebree di Montale (Dora Markus); negli uffici della Banca Commerciale si ripensa a Piero Treves, Antonello Gerbi, Leo Valiani, alle simpatie ebraiche di Mattioli, cui proprio Saba dedica le Scorciatoie; in piazza Scala, Montale, dopo avere incontrato Svevo, disse con orgoglio di sentirsi un ebreo senza saperlo. Agli interni domestici ho dedicato più di una riflessione (la casa di Emanuele Artom a Torino, la casa di Lazzaro Padoa a Scandiano). Via Morone è un luogo cruciale, dove si misura il debito che l’identità ebraico-italiana ha verso Manzoni. Fra manzoniani e antimanzoniani si è giocata la partita dell’integrazione e della libertà religiosa, da Ascoli a Ruffini e Jemolo, inclusa la parodia dei “Promessi Sposi” (Guido Da Verona). Sono esposti appunti, disegni, bozze di stampa e loghi dello Zibaldone, corrispondenze di Svevo, Stuparich, Slataper, Giotti e manoscritti di Saba. E’ disponibile un piccolo catalogo, impreziosito da una premessa di Angelo Stella. La mostra ha come sottotitolo “Trieste-Milano” e conferma l’ipotesi che qui abbiamo più volte avanzato. Bisognerebbe studiare di più la mobilità interna fra Otto e Novecento. Com’erano gli ebrei triestini a Milano o i torinesi a Trieste? Com’erano i milanesi a Firenze, i piemontesi a Roma, i romani a Venezia, i fiorentini a Genova e i genovesi a Ferrara? In quanto figli del vento, come amava dire proprio a Saba Giacomo Debenedetti, i triestini sono una guida indispensabile. Singolare è che Saba, ovunque andasse, scegliesse di essere ospitato in case ebraiche. A Torino e poi a Roma Giacomo Debenedetti. A Milano via Doria, da Federico Almansi, ma oggi è davvero incantevole osservare le sue cose leggere vaganti per le stanze di don Lisander.
Alberto Cavaglion
(3 aprile 2013)