Yom HaShoah – Un libro in dono. Per non dimenticare
Sarà l’ululato lacerante delle sirene, sarà il rinnovato impegno per la Memoria, sarà il silenzio, a riaffermare in tutto il mondo, alle 10 del mattino della prima domenica d’aprile, il ricordo ebraico dei martiri della Shoah e del sacrificio di chi si oppose combattendo alle dittature e allo sterminio. Lo Yom HaShoah (Yom HaZikaron laShoah ve-laG’vurah, il giorno del ricordo della Shoah e dell’eroismo) cade quest’anno il 7 aprile, 28 di Nissan, con un giorno di ritardo rispetto alla data ufficiale, che nel 2013 coincide con uno Shabbat, istituita nel 1953 dal Primo ministro David Ben Gurion e dal Presidente di Israele Itzhak Ben Tzvi. Celebrazione civile di intensa spiritualità e momento di libera riflessione sul dolore, mostra una possibile modalità ebraica di comprendere la Memoria viva, lontano dalle cerimonie ufficiali cui ci ha abituati il 27 gennaio. Mostra i conducenti in piedi accanto alle loro auto ferme sulle autostrade e nelle strade delle città, la popolazione israeliana immobile in silenzio nel momento della più alta commozione. E come tutte le idee che abitano il mondo ebraico porta con sé anche quel misto di creatività e di dibattito che rende questa ricorrenza importante senza essere pienamente riconosciuta da tutti. I rabbinati haredì, hassidico, ma anche conservative hanno più volte ricordato che il momento giusto per esprimere il nostro dolore resta il nono giorno di Av, Tisha beAv, nel cuore dell’estate, quando digiuniamo per ricordare tutte le distruzioni che hanno colpito il popolo ebraico. E contemporaneamente c’è chi continua a ripensare lo Yom HaShoah arricchendolo di nuove riflessioni. “Dobbiamo ricordare – spiega l’assessore al culto dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Settimio Pavoncello – che il tentato genocidio del popolo ebraico non comportò solo la distruzione di milioni di innocenti, ma anche dei suoi libri, i testi dove si trova depositato il simbolo della sua identità e della sua saggezza, i libri che servono per studiare e per diventare grandi. Non possiamo restituire la vita a coloro che furono assassinati, ma oggi vogliamo compiere un gesto per restituire un impulso di vita a quelle pagine che i nostri persecutori vollero gettare nelle fiamme”. Nasce da tale considerazione il progetto di portare il 7 aprile, in questo Yom HaShoah, il nostro amore per i libri ebraici. I libri che furono bruciati – afferma Pavoncello – possono tornare a vivere con un gesto alla portata di tutti noi. L’Unione distribuirà migliaia di volumi ai giovani di tutte le comunità ebraiche italiane. Tutti noi siamo invitati a donare un libro ebraico agli amici. A scambiare cultura, conoscenza e occasioni di studio nel nome di coloro cui si vollero strappare le pagine della vita”. L’esponente UCEI rievoca con commozione l’orrore dei roghi di libri, testi sacri e di cultura generale, trafugati dai persecutori e bruciati sulle piazze ripetendo la barbarie intrapresa proprio a Roma dall’Inquisizione con i roghi del Talmud. La grande azione per ricordare con un gesto propositivo la Shoah dei libri prenderà vita nel corso delle celebrazioni dello Yom HaShoah di quest’anno e punta a coinvolgere migliaia di persone di tutte le età, coinvolgerà la scuole ebraiche e le istituzioni, le comunità e i semplici cittadini. Scambiarsi un libro significherà anche motivare e raccontare la propria scelta, consigliare una lettura, un percorso possibile verso la conquista di un’identità piena e consapevole. Oggi, con l’impegno di tutti noi, al silenzio e al dolore sarà possibile contrapporre l’impegno per nuove pagine di vita.
Guido Vitale, Pagine Ebraiche, aprile 2013
(3 aprile 2013)