…Tamar

La notizia che il gas scorre liberamente verso Israele dalla piattaforma sopra la perforazione Tamar, 150 km. al largo del porto di Haifa, è fonte di giustificata soddisfazione. Gli scopritori del giacimento parlano di un misto di fortuna e di professionalità che li ha aiutati a rendere concrete le speranze che si erano accumulate dopo tanti decenni di frustrazioni. Perché tutti i paesi in Medio Oriente dovrebbero avere risorse energetiche e Israele no? Ma è bene tenersi alla larga dall’euforia. Già si parla di esportare gas, ma sarebbe bene innanzitutto usare la risorsa per i propri usi domestici e soprattutto cercare di ridurre drasticamente i costi energetici che penalizzano l’economia. I guadagni arriveranno solamente a partire dal 2018, dopo che gli investitori avranno ricuperato due volte e mezzo le proprie spese. Per questo, e anche a causa della necessità di ripianare urgentemente lo spettacolare deficit accumulato dalla Compagnia elettrica (che è la società dove i salari sono i più alti in Israele), il prezzo dell’elettricità non calerà nel prossimo futuro. E poi il contribuente vuole sapere quale aliquota dei profitti andrà allo stato e quale andrà al settore privato. La nuova grande risorsa naturale contribuirà a far diminuire la sperequazione dei redditi, o a farla aumentare?

Sergio Della Pergola, Università Ebraica di Gerusalemme

(4 aprile 2013)