Qui Firenze – Gli animali e la sofferenza
In occasione dell’uscita del LXXVIII volume della Rassegna mensile di Israel, curato da Laura Quercioli Mincer e Tobia Zevi e dedicato a una riflessione sulla questione della shechità, domenica prossima presso la Comunità ebraica di Firenze si terrà un convegno dal titolo “Gli animali e la sofferenza. La questione della Shechità e i diritti dei viventi”.
Nell’ambito del programma del Beit Midrash della Comunità ebraica di Firenze, e in collaborazione con il Dipartimento Educazione e Cultura dell’UCEI e con il Collegio Rabbinico Italiano, dopo i saluti di Sara Cividalli e Enrico Fink, presidente e assessore alla cultura della comunità, saranno numerosi gli interventi dedicato al rapporto fra cibo, sofferenza degli animali e shechità, a partire da “La prospettiva vegetariana nella visione di rav Kook” di rav Joseph Levi, rabbino Capo di Firenze, per continuare con la sessione su “Gli animali e la sofferenza” in cui si avvicenderanno Laura Quercioli Mincer, Emidio Spinelli e Mino Chamla, e concludere con “La questione della shechità” che sarà affrontata da Tobia Zevi e rav Gianfranco Di Segni. Gli interventi e il dibattito – moderato da Ilana Bahbout del Dec – costituiscono un ideale proseguimento del lavoro fatto dagli autori del volume della Rassegna (di cui qui presentiamo un testo di presentazione, pubblicato su Pagine Ebraiche di aprile) su una tematica difficile, considerata molto problematica. Il loro obiettivo, dichiarato, è stato di favorire una discussione e di arrivare a ridurre i pregiudizi “spesso basati su conoscenze limitate o assenti”. Si tratta di “una questione imprescindibile per chiunque ambisca a dare una dimensione etica alla propria esistenza, che ognuno può declinare diversamente nelle scelte quotidiane, ma che non può essere elusa per semplice indifferenza”.
Pubblichiamo di seguito un testo dei curatori del volume, Laura Quercioli Mincer e Tobia Zevi, uscito sul numero di aprile di Pagine Ebraiche.
Il nuovo volume della Rassegna mensile di Israel tocca una tematica che, soltanto pochi anni fa, sarebbe stato impossibile affrontare all’interno delle comunità ebraiche italiane. A una riflessione problematica e critica in tema di shechità non sarebbe stata concessa cittadinanza nell’ambito dell’elaborazione culturale dell’ebraismo italiano. Al lavoro che vi presentiamo, però – particolare motivo di orgoglio per chi scrive – partecipano illustri rabbini e studiosi della Legge. Perché questa sinergia è riuscita a trovare il suo spazio? Crediamo di poter identificare due ragioni complementari. Negli ultimi anni, le istituzioni ebraiche italiane hanno saputo fornirsi di una serie di strumenti innovativi per comunicare all’interno e all’esterno delle Comunità. Le Comunità ebraiche, inoltre, non restano impermeabili al dibattito pubblico generale, e, anche in ragione degli sviluppi della normativa comunitaria, non possono sottrarsi agli stimoli esterni in tema di diritti animali, di conflitto tra libertà religiosa e altri diritti. Non è dunque casuale che questa nostra riflessione abbia preso le mosse da un articolo sulla newsletter Unione informa e che, grazie a questo spunto, il Collegio rabbinico italiano, la Rassegna mensile di Israel e l’Associazione di cultura ebraica Hans Jonas abbiano organizzato un convegno dal titolo Gli animali e la sofferenza. La questione della shechità, svoltosi a Roma il 6 novembre 2011. Nel corso di questa manifestazione erano emerse, com’era prevedibile, posizioni assai differenti – così come posizioni differenti o addirittura antitetiche si trovano all’interno del volume. È abbastanza evidente che i rabbini e i dirigenti delle istituzioni ebraiche dimostrino grande cautela nell’affrontare il tema della macellazione rituale. Con modalità ciclica questa discussione appare nel dibattito pubblico, riempie le pagine di alcuni giornali per poi inabissarsi nuovamente senza lasciare tracce particolari. Si potrebbe ricavarne l’impressione che il brusio così prodotto serva solamente a creare una tensione, a consegnare un’immagine di questa pratica come unicamente barbarica e obsoleta. Al tempo stesso va ammesso che le rappresentanze ebraiche si sono, almeno a volte, mostrate arroccate e indisponibili a qualunque confronto. Il presente volume nutre modeste, o forse considerevoli, ambizioni: favorire una discussione di merito, arricchire le conoscenze di ognuno senza pretese di proselitismo ideologico, ridurre pregiudizi spesso basati su conoscenze limitate o assenti. Ma la lettura di questi testi dovrebbe, e forse anzitutto, risvegliare l’attenzione sul tema drammatico della sofferenza degli animali. Una questione imprescindibile per chiunque ambisca a dare una dimensione etica alla propria esistenza, che ognuno può declinare diversamente nelle scelte quotidiane, ma che non può essere elusa per semplice indifferenza. Oltre ai due curatori, ne Gli animali e la sofferenza si trovano testi, come sempre inediti, di Hans Jonas, Emidio Spinelli, Luisella Battaglia, Mino Chamla (qui a fianco uno stralcio del suo testo), Michela Bianchi, Aviva Cantor, Riccardo Shmuel Di Segni, David Gianfranco Di Segni, Sara Roda Nodari e Stefano Cinotti; riproponiamo inoltre una breve scelta di poesie “animaliste” di Paolo De Benedetti. Del volume fanno parte anche la Rassegna di libri e lo Spoglio di periodici ebraici, a cura rispettivamente di Myriam Silvera e Marina Marmiroli Hassan e belle illustrazioni originali di Sergio Franceschi.
Laura Quercioli Mincer Tobia Zevi, Pagine Ebraiche, aprile 2013
(5 aprile 2013)