Yom HaShoah – Con gli eroi del Ghetto di Varsavia
Il rabbino capo del Commovwealth Rav Lord rav Jonathan Sacks ha pronunciato questa mattina di fronte ai microfoni della BBC le seguenti parole in occasione del settantesimo anniversario della Rivolta del Ghetto di Varsavia e di Yom HaShoah:
Questa domenica sarà Yom HaShoah, il giorno in cui nelle comunità ebraiche ricordiamo l’Olocausto. Quest’anno la data coincide con il settantesimo anniversario di uno dei momenti più terribili di quella lunga notte oscura: la Rivolta del Ghetto di Varsavia. Alcuni dei peggiori piani di sterminio di massa portati avanti dai nazisti sono stati programmati apposta in occasione di festività ebraiche, in modo da eliminare non solo chi fosse non solo gli esseri umani ebrei, ma anche la fede ebraica. Così l’eliminazione del ghetto e di tutti i suoi abitanti è stata pianificata per Pesach, nel 1943, nel tentativo di provare, nel giorno della festa che inneggia alla libertà, che il Dio della libertà non è una realtà. In qualche modo gli ebrei chiusi nel ghetto lo vennero a sapere e nonostante fossero indeboliti dalla fame e dalle malattie e avessero solo pochissime armi decisero di impegnarsi in un atto collettivo di sfida. Sapevano che una volta circondati dall’esercito tedesco non avrebbero avuto alcuna possibilità di vittoria, ma resistettero per un mese, e la lotta continuò in maniera sporadica per ulteriori tre settimane.
Fu un punto di svolta nella storia ebraica: grandi rabbini, nel ghetto, appoggiavano la rivolta. Nel passato gli ebrei erano stati perseguitati da chi voleva si convertissero ed erano disposti ad andare incontro alla morte da martiri piuttosto che tradire la propria fede. Ma i nazisti non volevano che si convertissero, li volevano distruggere.
Così, dissero i rabbini, dobbiamo sfidarli rifiutando di morire, lottando per il diritto a vivere. Sapevano che sarebbero morti comunque quasi tutti, ma volevano fare un atto di protesta in nome della vita, e lo portarono avanti con immenso coraggio.
Dopo la Shoah gli ebrei e buona parte del mondo giurarono “Mai più”. Tuttavia negli ultimi anni l’antisemitismo è tornato in Europa, dalla Grecia a sud fino alla Norvegia, al nord, dalla Francia, a ovest, fino alla Russia a est. Nulla di simile a quello che è stato in passato, ma abbastanza perché gli ebrei si preoccupino di cosa potrebbe riservare il futuro.
Gli ebrei furono odiati perché erano una minoranza e perché erano diversi. Ma siamo tutti diversi e ogni gruppo potrebbe un giorno trovarsi ad essere minoranza. Gli ebrei non furono i soli a soffrire sotto Hitler.
Questo è il motivo per cui dobbiamo imparare a combattere insieme contro l’odio. E’ il minimo che dobbiamo agli eroi del Ghetto di Varsavia.
(nell’immagine: il Rav Sacks con il Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna sfoglia un recente numero del giornale dell’ebraismo italiano Pagine Ebraiche)
(5 aprile 2013)