…professori
Le statistiche ci dicono che i ragazzi di oggi leggono più dei loro genitori, forse perché stanno di più davanti al computer e meno davanti alla televisione. Gli eventi ci dimostrano che essi sono anche meno ignoranti di molti dei loro professori, come ci dimostra il caso dell’insegnante del liceo Caravillani di Roma che ha detto ad una sua studentessa ebrea “Ad Auschwitz staresti attenta” suscitando le proteste degli altri studenti, che hanno afferrato al volo che in questo paragone c’era qualcosa che non funzionava proprio, che scambiare Auschwitz con una scuola, sia pur correzionale, poteva essere solo il frutto o di un’ignoranza abissale o di antisemitismo (e uso questo temine e non quello di razzismo, usato dalla professoressa in questione, perché qui non si tratta di razzismo, la professoressa non ha detto che la studentessa aveva il naso grifagno, o altro, ma ha fatto riferimento ad Auschwitz, il luogo simbolo per eccellenza dello sterminio degli ebrei). In tutti e due i casi, ignoranza o antisemitismo, avrebbe dovuto essere cacciata dall’insegnamento, invece se l’è cavata con un lungo periodo di malattia, cioè di riposo, e tornerà certamente, in un paese come il nostro dove non si licenzia nessun insegnante, per nessuna ragione, a insegnare ai nostri figli e nipoti. Passato il chiasso e passato Yom HaShoah. Per fortuna le ultime generazioni si stanno dimostrando più sveglie delle precedenti. Quanto a chi, come me e tanti altri, ha cercato in questi decenni di trasmettere valori e contenuti, non ci resta che domandarci dove e come abbiamo sbagliato.
Anna Foa, storica
(8 aprile 2013)