Ticketless – Papa Z.
Dopo i triestini a Milano, vorrei dire oggi dei piemontesi a Roma, sbattuti in prima pagina quando si sono scoperte le radici astigiane del Papa argentino. Non so se fra gli ebrei romani è balzata agli occhi, com’è capitato a me, la somiglianza impressionante fra il viso di Papa Bergoglio e quello di Aldo Zargani, ebreo spiemontizzatosi nell’Urbe, cui si deve un autentico un capolavoro: “Per violino solo” (Il Mulino, tradotto anche in spagnolo ad uso di papa Francesco). Consiglio di rileggere il capitolo “Asti”: le affinità non riguardano soltanto la geografia e la fisiognomica. I luoghi che hanno dato i natali alla famiglia Bergoglio sono gli stessi dove Zargani ci dice di aver trascorso la sua infanzia nell’aldiqua e dove con i suoi famigliari ha trovato salvezza nel 1943-1945: quel libro ci descrive il volto buono dei parroci di campagna, l’azione salvifica del piccolo clero. Un auspicio per il futuro dialogo ebraico-cristiano. Ai tanti spettatori televisivi che sono stati, come me, favorevolmente colpiti dalla spontaneità di Papa Francesco il consiglio di andare a rileggersi “Per violino solo”. Al mio buon amico Aldo che potrebbe adesso montarsi la testa e andare in giro per il Portico d’Ottavia vantandosi di essere Papa Z., il suggerimento di andare a rileggersi uno dei più bei racconti del giovane Singer, dove si parla del figlio di uno shtetl che voleva diventare Papa, “Papa Zeidlus”.
Alberto Cavaglion
(10 aprile 2013)