Time out – Il dialogo e i Tribunali rabbinici

Insomma, la colpa del dayan di Roma e di Milano sarebbe quella di è essere troppo severo. Sarà perché non ho le competenze per giudicare, ma vorrei chiedere la ragione di queste affermazioni. Con quali criteri si stabilisce infatti se un dayan sia troppo rigoroso nell’applicazione della legge e, soprattutto, perché un giudice conciliante dovrebbe essere migliore di uno severo? Ciò che traspare è che il problema del dayan di Roma e Milano sia quello di far rispettare le leggi della Halacha, senza sorvolare di tanto in tanto. Colpa gravissima per carità, soprattutto nell’ebraismo italiano in cui i presidenti di comunità amano parlare di halacha, senza fra talvolta averne le competenze. Ma in realtà non è questo il punto, credo sia legittimo e comprensibile discutere di ogni argomento e chiedere spiegazioni ai nostri rabbanim sulle loro scelte. È giusto ed è un bene che sia così. A patto che però questo avvenga con onestà intellettuale. E non affermando prima che : un giudice di Tribunale rabbinico è una figura che in Italia non abbiamo perché nessuno ha interesse a istituirla. Salvo poi due settimane dopo dire che in realtà c’è, ma è troppo severo e quindi non va bene. Perché non è di questo tipo di polemiche sterili che abbiamo bisogno, ma di una sana e corretta volontà di confrontarci, altrimenti il dialogo, diciamolo con franchezza, è una pura perdita di tempo.

Daniel Funaro

(11 aprile 2013)