Insegnare e apparire

Dalle stelle alle stalle. La parabola di Gilles Bernheim testimonia con accenti impietosi la labilità delle umane vicende e l’imprevedibilità, nella vita, dei cambiamenti. A distanza di qualche mese l’ex gran rabbino di Francia è precipitato da ispiratore di Benedetto XVI in tema di omosessualità e società – pluricitato anche da commentatori nostrani – a mentitore pubblico, rimosso dal suo incarico perché non “dignitoso” per la comunità ebraica francese. Evidentemente ogni uomo porta con sé responsabilità individuali e non si può generalizzare partendo dalla vicenda spiacevole di un maestro che ha parzialmente copiato i suoi libri e millantato un dottorato mai conseguito. É però interessante notare quanto questa storia poco edificante mostri la contraddizione vistosa tra la dimensione spirituale – non solo quella rabbinica, ma anche quella di preti, imam e altre figure – e quella squisitamente mondana, materiale, sociale.
In altri termini non è così interessante se un rabbino mente – il che è ovviamente nel novero delle cose possibili – ma su che cosa mente. Vantarsi di un dottorato di ricerca, plagiare per scrivere un best-seller. Che gliene importa a un grande maestro di un titolo di studio, che pure personalmente ho faticosamente conseguito? Traspare una concezione modesta della sapienza, un incrocio tra provincialismo e semplificazione mediatica, quella per cui l’“esperto” della tv deve indossare il collo alto e avere una capigliatura fluente…

Spesso i rabbini vengono accusati – anche dal sottoscritto – di non intervenire abbastanza nel dibattito pubblico. E occorre rendersi conto che guidare una comunità e partecipare all’elaborazione culturale allo stesso tempo non è per niente facile. Ma, oltre alla quantità, è utile ragionare sulle modalità di intervento e comunicazione. Non è detto che interviste, trasmissioni televisive, articoli di giornale siano strumenti adatti a parlare di divinità, di anima, di eternità. É importante raggiungere una vasta audience ma lo è anche trasmettere il giusto messaggio. Precipitarsi nel gorgo mediatico può essere rischioso, anche se rapidamente redditizio. Un fatto su cui dovrebbe riflettere anche il nuovo, amatissimo, papa. C’è il pericolo di essere fraintesi, ma c’è anche quello, non meno insidioso, di cominciare a piacersi troppo.

Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas Twitter: @tobiazevi

(16 aprile 2013)