Voci a confronto

Sul Sole 24 Ore un focus sulle opportunità derivanti dalla scelta dell’Otto per Mille. Tra i vari beneficiari, in aumento da quest’anno con l’ingresso di Buddisti e Induisti, l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane che, scrive Luigi Corbella, impiega queste risorse “per la tutela degli interessi religiosi degli ebrei in Italia, la promozione della conservazione delle tradizioni e dei beni culturali ebraici, con particolare riguardo alle attività culturali, alla salvaguardia del patrimonio storico, artistico e culturale, nonché ad interventi sociali e umanitari volti in special modo alla tutela delle minoranze contro il razzismo e l’antisemitismo”.
Repubblica registra numerose reazioni dopo l’uscita nelle librerie di “Partigia” (Mondadori), volume in cui Sergio Luzzatto scava nelle memorie più controverse della banda partigiana in cui militò Primo Levi. Marco Revelli, figlio del partigiano Nuto e autore Einaudi al pari di Luzzatto, afferma: “Non ho letto il libro. Nell’operazione mediatica, comunque, colpisce la sproporzione fra gli eventi, minimi, e il rilievo dato a questi. Mi sembra un’operazione dettata dal bisogno ossessivo di sensazionalismo, che è altra cosa dalla pratica storiografica. Detto questo, c’è poi un uso disumano di Primo Levi, un indagare in modo indiziario nelle pieghe della sua coscienza”.
I giornali che fanno riferimento all’area del centrodestra colgono invece l’occasione per “rileggere” la Resistenza.
Fine di un’epoca? Di una storiografia ideologica? Riappacificazione fra revisionismo e vulgata partigiana sulla guerra civile? Un cerchio che si chiude? Questi gli interrogativi del Giornale. La risposta? “Forse sì”. Parafrasando l’opera più nota di Levi, Libero si spinge oltre e titola “Se questa è la Resistenza” con sottotitolo-spettacolo “Gli omicidi della banda Levi”.
Sul Fatto Quotidiano, rispondendo a un lettore, Furio Colombo difende la memoria di Giorgio Perlasca. “Mi ha colpito – scrive – la solitudine del figlio Franco, che presiede la Fondazione dedicata a suo padre. Gli arrivano migliaia di email. Ma, finora, nessuna voce autorevole, della cultura o della politica italiana”.
“Concilio Vaticano II, c’è chi vuole tornare indietro”. Lo sfogo di papa Francesco, raccolto da Gian Guido Vecchi sul Corriere, testimonia il malessere del nuovo pontefice verso alcuni meccanismi interni alla Chiesa che si ritiene necessario superare. Bergoglio, scrive Vecchi, esorta a non avere paura dei cambiamenti e ad “andare avanti”.
Sempre sul Corriere, in un editoriale lanciato in prima pagina, Claudio Magris interviene sui fatti di Boston. “Ci sono vari terrorismi, si dice giustamente, e si osserva, ancor più giustamente – scrive l’intellettuale triestino – che essi hanno radici e origini diverse, talora in ideologie e più spesso in situazioni umane intollerabili o in conflitti sociali, nazionali, religiosi. Senza risolvere, si dice, le sue cause prime, ingiustizie sociali, focolai di guerra, non si elimina il terrorismo. Tutto questo è giusto, ma serve, nel migliore dei casi, a impedire un terrorismo di domani, il che sarebbe già straordinario. Dinanzi a un terrorismo organizzato, comunque sia nato in origine, anche da proteste legittime, l’unica cosa da fare è trovare i mezzi e i modi per stroncarlo”. Sul Giornale l’intervento di Fiamma Nirenstein: “Perché iterroristi colpiscono in questo o in quel giorno? Si avanzano tante ipotesi, le cabale sono a disposizione. Ma nessuna – sottolinea Nirenstein – ci salva dalla verità essenziale, quella che Israele ha imparato bene sin dalla sua nascita avvenuta 65 anni fa: le democrazie devono oggi saper essere Atene e Sparta, nel corpo e nell’anima”. Maurizio Molinari, sulla Stampa, si sofferma sulla richiesta avanzata dall’Fbi ai civili: foto e video per andare avanti nelle indagini e assicurare i responsabili alla giustizia.

(17 aprile 2013)