Voci a confronto
“Non degni di Memoria”. È senza sconti l’approfondimento che Il Fatto quotidiano dedica alla chiusura e all’attuale paralisi del Padiglione Italia ad Auschwitz-Birkenau. Scrive con pungente ironia Alessandro Ferrucci: “Due anni fa i lucchetti delle autorità. No, niente di romantico. Ora il pericolo, velato, di essere cacciati da Auschwitz”. Durissimo lo storico Marcello Pezzetti: “Sembra un padiglione da Corea del Nord”. Ad essere denunciata è anche la mancanza di una reale intenzione di fare i conti con la propria storia. “In questo i francesi sono stati straordinari, persino gli spazi ungheresi sono molto belli. Tutto ciò – afferma – è fondamentale per offrire ai visitatori, in particolare i ragazzi, uno spazio di riflessione, di didattica. Quello che all’Italia è mancato da sempre”. Sempre sul Fatto, ma in una diversa collocazione, Stefano Levi Della Torre offre un importante contributo sulle differenze sostanziali tra Storia e Memoria. Argomenti che tornano prepotentemente sulle pagine dei giornali con due episodi molto gravi: gli slogan e i saluti fascisti al cimitero maggiore di Milano durante la commemorazione dei morti di Salò officiata dal prete lefebvriano Giulio Tam (Corriere Milano) e il raduno neonazista di Varese in occasione dell’anniversario di compleanno di Adolf Hitler (Repubblica).
Intervistato da Repubblica, Beppe Grillo rivendica il ruolo del Movimento Cinque Stelle come forza in grado di intercettare gli umori della gente e prevenire derive antidemocratiche come quelle di Alba Dorata in Grecia e di Marine Le Pen in Francia: “Ci sono persone per bene che invocano il fucile. Io dico loro: ‘Il fucile no’. Sto calmando gli animi – sottolinea Grillo – dovreste ringraziarci perché manteniamo la calma, teniamo la democrazia in questo posto”.
Riferendosi al duplice attentato di Boston, sul Giornale Fiamma Nirenstein racconta perché internet “è la vera scuola del terrore”. Inizia da Israele il viaggio in Medio Oriente del nuovo capo del Pentagono Chuck Hagel. Prossime tappe Arabia Saudita ed Emirati Arabi. L’intento, spiega Maurizio Molinari sulla Stampa, “è suggellare la vendita ai tre alleati di armamenti in grado di mettere sulla difensiva l’Iran”.
(22 aprile 2013)