Storie – Il finanziere buono
Nel pieno della bufera razzista e della caccia agli ebrei, in Italia vi furono funzionari delle forze dell’ordine che con dignità, altruismo e coraggio si opposero al disegno nazifascista. Una figura poco conosciuta è quella del finanziere Claudio Sacchelli, al quale di recente il Museo Storico della Guardia di Finanza ha dedicato una monografia, “La guerra di Claudio”, a cura di Luciano Luciani e Gerardo Severino. Sacchetti, dopo l’8 settembre del 1943, trovandosi di stanza a Villa di Tirano, in Valtellina, in territorio di frontiera, aderì alla brigata partigiana locale “Gufi” e collaborò con l’organizzazione clandestina di assistenza agli ebrei messa su da Armida Morelli e Arturo Borserini, aiutando diversi perseguitati politici e molti profughi ebrei, quasi tutti provenienti da Balcani e internati tra il 1941 e il 1943 ad Aprica, ad espatriare nella vicina Svizzera, per sfuggire alla cattura da parte delle SS e della polizia fascista. Il finanziere inoltre ospitò e nascose a casa sua due anziani coniugi israeliti, facendoli passare per i genitori della moglie. La sua attività “antitedesca e antifascista” purtroppo fu scoperta, forse su delazione anonima, e il 7 aprile 1944 Claudio Sacchetti fu arrestato dalle autorità tedesche e rinchiuso in carcere. Quindi fu deportato nel campo di concentramento di Fossoli, il 21 luglio trasferito a Bolzano, nel blocco D, destinato ai deportati politici con il triangolo rosso, e infine il 5 agosto destinato al lager di Mauthausen, dove morì il Primo maggio 1945, pochi giorni prima della liberazione. A Claudio Sacchetti è stata concessa l’anno scorso la medaglia d’oro al merito civile alla memoria dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Un partigiano da ricordare, alla vigilia del 25 aprile.
Mario Avagliano twitter @Marioavagliano
(23 aprile 2013)