Qui Ferrara – Un concerto per la solidarietà

Un incontro con la musica della tradizione ebraica nelle sue differenti accezioni di origine geografica per un viaggio attraverso il tempo e lo spazio. Protagonisti Enrico Fink e il suo gruppo in occasione di una recente performance svoltasi al ridotto del Teatro Comunale di Ferrara. Non si è trattato di un concerto “classico” quanto, piuttosto e per fortuna, del ritorno al significato etimologico di concerto come armonia che risulta dalla musica concorde di voci e strumenti. In questo senso il pubblico presente in sala ha potuto gradire, per alcuni forse anche per la prima volta, l’esposizione illustrativa di un percorso musicale e culturale proprio del mondo ebraico che, come indicava il foglio di sala, spazia dall’Europa Orientale alle Americhe e ritorna alla tradizione sinagogale italiana. Il gruppo degli esecutori, strumentisti di alta bravura e competenza musicale, che hanno accompagnato Enrico Fink era composto da Riccardo Battisti alla fisarmonica, Massimiliano Dragoni alle percussioni e Massimo Greco al mandolino ed al banjo. Enrico Fink, e ben poco si potrebbe aggiungere a quanto sino ad oggi è stato scritto su di lui, racchiude in sé tutte le caratteristiche istintive che possono essere attribuite ad un artista più completo: creatività, capacità strumentali che ne fanno un ottimo interprete, versatilità come conduttore/attore/cantante ma, soprattutto, ha la non comune capacità di catturare la emotività e rendere partecipe il pubblico di quel suo grande patrimonio personale che deriva unicamente dallo studio, dall’approfondimento e dalla ricerca. Non è possibile distinguere tra loro i vari momenti del concerto – incontro stante la indissolubile unitarietà del canto, della musica e del “ parlato “; forse perché la lirica interpretativa, che scaturisce dal loro mix, era permeata di suggestioni antiche legate alla timbrica sonora degli strumenti impiegati ma anche dalla dinamicità scenica di Fink. Ciò che, nel corso della serata, si è vissuto è stata la forte e diretta sensazione che quanto culturalmente, musicalmente e socialmente, un orrendo passato storico ha cercato di cancellare per sempre, per nostra fortuna e grazie ad artisti e persone come Enrico ci viene riportato, immutato e immutabile, alla vita. L’intensità degli applausi è stata la più palese testimonianza del gradimento e della “simpatia” che rapportava l’intensità emotiva negli spettatori alla capacità dei musicisti di trasmettere emozioni. Il concerto-incontro ha rappresentato anche la golosa occasione per riavere a casa, a Ferrara, Enrico che, per nostra gioia, sarà presente alla prossima Festa del Libro Ebraico. A casa perché, pur essendo nato nella bellissima Firenze,ci ha ricordato le proprie origini ferraresi che gli derivano da una famiglia particolarmente significativa nella Comunità. La realizzazione della serata è stata possibile grazie all’apporto sinergetico del Maestro Dario Favretti, che ha consentito di avere a disposizione gli ambienti del Ridotto del prestigioso Teatro Comunale e, soprattutto, all’entusiasmo operativo dell’Adei Wizo Ferrara, specialmente nella figura di Jose Bonfiglioli che, in buona sostanza, ha proseguito lungo il cammino musicale e culturale proprio da sempre della sua famiglia. Il significato della serata è stato inoltre particolarmente rilevante per la Comunità e per la città stessa perché, con lo scopo di raccogliere fondi per il restauro della sinagoga a seguito dei danni causati dal terremoto, ci si è proposti di testimoniare e affermare che, pur con deboli forze, si può, doverosamente, cercare di reagire, con le proprie capacità e risorse, alle avversità allo scopo di ripristinare condizioni di normalità per le esigenze culturali e di vita quotidiana.

Roberto Patitucci

(24 aprile 2013)