Moked 5773 – Modelli di Comunità nel mondo
Che cos’è oggi una comunità ebraica? Questo quesito fondamentale per comprendere a fondo la realtà ebraica moderna è stato analizzato nel suo intervento odierno al Moked di Milano Marittima da Clive Lawton, ricercatore e insegnante presso il London Jewish Cultural Centre e Senior Consultant al Limmud, un’organizzazione inglese ebraica di volontariato, di cui è stato fra i fondatori nel 1980, che dà vita d’inverno a una conferenza annuale che raduna migliaia di ebrei da tutto il mondo, oltre ad altri eventi durante tutto l’anno sul tema dell’apprendimento ebraico, con la peculiare caratteristica di non essere legato a nessuna corrente interpretativa dell’ebraismo. La questione dell’antropologia delle comunità ebraiche moderne, al cui centro c’è la difficile dialettica fra il bisogno di sentirsi rappresentati da un unico punto di riferimento ebraico e il pensiero dei singoli individui, si rivela tanto articolata quanto numerose sono le collocazioni geografiche delle comunità ebraiche stesse: si è così tentato di dare una panoramica di quali siano le possibilità di interpretazione di questa necessità, che hanno dato luogo a modelli molto differenti. Da quello americano delle congregations come centri fornitori di servizi, a quello latino-americano che Lawton ha definito “secolare”, in quanto si tratta di comunità tenute insieme molto più dal sentimento identitario che dalla religione, alla quasi scomparsa di vere e proprie comunità nell’Europa dell’Est, fino al modello dell’Europa occidentale, che risente dell’influenza di un continente storicamente molto influenzato dalla religione, e che dunque si sviluppa proprio intorno a essa. A quest’ultimo fa riferimento anche il caso unico al mondo dell’Italia. Le comunità italiane ancora legate a una concezione più antica, legata soprattutto alla figura centrale del rabbino e della sinagoga e al contesto geografico locale, costituendosi così come l’unico Paese che nelle sue comunità riesce a inglobare molti tipi diversi di individui, dal punto di vista delle scelte di interpretazione dell’ebraismo, ma anche dal punto di vista etnico. “ Quello attuale è un momento di grande sfida per le comunità ebraiche europee, che essendo totalmente integrate nel contesto in cui si collocano si sono negli ultimi anni trovate a dover gestire l’attualissimo fenomeno sempre più crescente dell’immigrazione, e hanno dunque a che fare con nuovi interrogativi: includere persone diverse da sé rappresenta un pericolo per la propria identità e per le proprie tradizioni? Potrebbe portare alla perdita della loro natura essenziale?”, ha spiegato Lawton, che ha aggiunto che il caso italiano rappresenta dunque un’eccezione di cui andare fieri.
Francesca Matalon twitter @MatalonF
(26 aprile 2013)