In cornice – Scommettere sulle idee
Complimenti ai curatori della mostra “Primavera del Rinascimento” aperta al Palazzo Strozzi di Firenze fino a giugno. Con un piccolo budget, e quindi potendo prendere a prestito un numero limitato di opere e allestire una decina scarsa di stanze, sono riusciti a ricreare alcuni aspetti dell’ambiente culturale fiorentino di inizio Quattrocento. La mostra si sofferma in particolare sugli scultori e la figura centrale è Donatello, attorno al quale si muovevano una serie di artisti meno noti, tutti legati da stessi ideali, e spesso da uno stesso schema compositivo rivoluzionario. Donatello inventava nuovi soggetti, o interpretava vecchi soggetti in una luce nuova, ed ecco dietro una schiera di altri che – senza copiarlo – riprendevano le sue intuizioni, come Mino da Fiesole o Desiderio da Settignano, che pure non appartenevano alla sua bottega. Sembra di visitare una mostra di quadri degli impressionisti, con lo stesso ponte o lo stesso paesaggio disegnato da Monet e Pisarro, che si erano ritrovati in un’ansa della Senna con il cavalletto in mano. Nel Quattrocento ogni scultore celebrato lavorava con i suoi praticanti, ma a Firenze nascevano nuove idee che prendevano rapidamente piede. Così nasce un movimento artistico, che sia il Rinascimento o l’impressionismo. E chi, nel Quattrocento, era disposto a scommettere su queste nuove idee? Lo Stato, le grandi committenze pubbliche (il cantiere della Cattedrale, della torre di Giotto, del Battistero, di Orsammichele), che da veri leader trascinavano poi le famiglie private. Proprio come oggi. O no?
Daniele Liberanome, critico d’arte
(29 aprile 2013)