Israele – Gaza, l’anarchia genera tensioni
Nella notte tra sabato e domenica, mentre Israele celebrava la festa di Lag BaOmer con i tradizionali falò, un razzo sparato da Gaza ha colpito l’area di Sdot Negev, interrompendo i festeggiamenti nella regione. Caduto su un terreno disabitato il razzo non ha provocato vittime, né danni, ma è il diciottesimo a raggiungere lo Stato ebraico da novembre, dalla fine dell’operazione Pilastro di difesa, cinque nelle ultime due settimane, compresi due che hanno colpito la città di Eilat.
Il trend preoccupa le autorità israeliane tanto a livello politico quanto militare: inaccettabile è l’idea che i cittadini del sud del paese debbano rassegnarsi a vivere una quotidianità periodicamente interrotta dall’arrivo dei razzi. Allo stesso tempo però, trovare la soluzione rischia di rivelarsi ultimamente persino più complicato che in passato, in particolare in considerazione della complessità della situazione nella Striscia di Gaza. Controllata a tutti gli effetti dall’organizzazione terroristica di Hamas, fino a poco tempo fa essa era comunque direttamente o indirettamente responsabile del lancio di missili contro Israele dal proprio territorio, e tale veniva considerata dallo Stato ebraico. Eppure oggi, come riferisce il Times of Israel, le autorità israeliane sono a conoscenza del fatto che in questo periodo il governo di Hamas sta facendo sforzi per prevenire questo tipo di attacchi. All’origine vi sarebbe la rivalità con altre organizzazioni terroristiche basate a Gaza, come Global Jihad, che stanno acquisendo potere e operatività, creando un equilibrio paradossale, in cui per Israele, colpire i siti di Hamas come arma deterrente contro i razzi potrebbe rafforzare queste organizzazioni, ma non fare nulla rischia di essere altrettanto incoraggiante tanto per loro quanto per la stessa Hamas. Un possibile strumento potrebbe essere convincere l’Egitto a esercitare maggiore pressione su Hamas perché faccia di più perché i razzi cessino. Ma la situazione rimane complessa e una soluzione definitiva al problema sembra difficile da individuare, mentre continua il perfezionamento del sistema di difesa Iron Dome (nell’immagine), capace di intercettare un’alta percentuale dei razzi sparati verso i centri abitati.
(29 aprile 2013)