…toni
Qualunque sia la natura della sparatoria di ieri davanti a palazzo Chigi, che si sia o meno trattato del gesto isolato di qualcuno che è andato fuori di testa, e tanto più in questo caso, credo che tutti dovremmo arrestarci un poco a riflettere e decidere come prima cosa di abbassare i toni con cui ci esprimiamo, di badare di più alle nostre parole, scritte o orali che siano.
Quelli della mia generazione che hanno preso parte alle manifestazioni della sinistra extraparlamentare hanno gridato slogan terribili senza fermarsi a riflettere, senza pensare che le parole non sono solo parole. La maggior parte di quelli che lo ha fatto non ha mai posseduto un’arma e avrebbe guardato con orrore all’idea di mettere in atto quegli slogan. Ma alcuni lo hanno fatto ed è stata la stagione terribile del terrorismo. Certo, per passare dalle parole agli atti occorrevano altre motivazioni, altri impulsi. Ma senza le parole che l’hanno preceduta, forse quella violenza sarebbe stata meno facile e avrebbe trovato intorno a sè minori giustificazioni. Adesso si grida e si insulta, si è persa la distinzione fra il ruolo e la persona e si minaccia qualcuno per il suo ruolo (segretario comunale o ministro, capufficio o vigile urbano). Tutto è sopra le righe, pervaso di violenza, dalla televisione, che funge ancora da modello, ai giochi del computer, a facebook, dove tutti trovano normale sfogare le loro frustrazioni. Abbassiamo i toni, bandiamo gli insulti e le minacce, comportiamoci infine da persone civili. E’ solo un primo passo, ma senza di esso è difficile cambiare qualcosa nella società e in noi.
Anna Foa, storica
(29 aprile 2013)