Stato sociale…
“…Avrete una sola legge…così come è per il forestiero/proselita, così come per i nativi (del popolo) di Israele…” (Vaykrà,24;22). Di fronte a questo verso della Torah, con cui si è conclusa la Parashah dello scorso Shabbat, sembra di leggere la scritta che sovrasta in tutte le aule dei Tribunali “La Legge è uguale per tutti”. Nella declinazione rabbinica di questo verso, tuttavia, si tende a mettere in evidenza come, in certe situazioni, tra l’indigeno e il forestiero/proselita, la differenza comunque c’è. Pertanto accanto a criteri di giustizia in cui ci si riferisce a una dimensione orizzontale tra pari vi deve essere anche una dimensione in profondità tra non pari. Di fatto per quelle categorie sfavorite come il povero, la vedova, l’orfano, il levita, il forestiero, il proselita è riconosciuto un di più di diritto. Come se a condizioni uguali diritti uguali, a condizioni diverse diritti ineguali. La Torah ha già riconosciuto di fatto, attraverso la forza giuridica della debolezza, il passaggio dallo Stato di diritto allo Stato sociale.
Roberto Della Rocca, rabbino
(30 aprile 2013)