Ticketless – La stele di Porta Susa

Questa rubrica compie sei mesi. Uno dei miei studenti più affezionati, che segue il portale da poche settimane, giustamente mi ha chiesto: “Ticketless, perché?”. A chi l’avesse dimenticato va ripetuto che queste note vengono scritte in fretta, in condizione di provvisorietà, ma in una modalità sbalorditiva per chi come me conserva un buon ricordo del cartone pesante dei vecchi biglietti delle FFSS. Tu adesso compri in rete, modalità Ticketless, documenti di viaggio che la macchinetta del controllore tira fuori a ripetizione. Il guaio è che all’inizio sognavo di tirare fuori a ripetizione dei pensieri sui viaggi che facevo, sulle persone che incontravo, sui libri che leggevo. La situazione in Italia si è nel frattempo a tal punto deteriorata che i Ticketless hanno risentito dei malumori di un viaggiatore ogni giorno più ipocondriaco.
Per rasserenare gli animi questa settimana vorrei mostrarvi la stele di Porta Susa, la nuova stazione di Torino, dove è facilissimo perdersi, ma dove si erge una pietra nera, forse calata da Marte e certo ispirata al celebre film di Spielberg. Se il Marcovaldo di Italo Calvino vivesse ancora avrebbe accompagnato la sua famiglia a vedere questo monumento alla tecnologia da poco inaugurato. Non si tratta di meteorite, né di una copia della stele di Rosetta, voluta dall’ufficio del Turismo per reclamizzare il Museo Egizio, ma di un omaggio allo Statuto albertino (e alla non lontana piazza Statuto) voluto da un architetto che evidentemente ama la storia patria. Con lo zoom si riescono a leggere gli articoli di una carta che a occhio nudo sembra scritta in geroglifici. La stele di Porta Susa non è bella, ma l’autore di questo Ticketless quando ci passa sotto alle prime ore dell’alba ai piedi di questa stele si addormenterebbe sereno come Marcovaldo s’addormentava sopra una panchina davanti a una statua di Cavour o di Garibaldi. Non ce ne voglia l’on. Boldrini, neo-presidente della Camera, ma noi ebrei piemontesi siamo contenti per questo omaggio alla più bella costituzione del mondo.

Alberto Cavaglion

(1 maggio 2013)