WJC – Lauder e Kantor assieme alla guida

Conferma alla presidenza del World Jewish Congress per il filantropo statunitense Ronald Lauder. Prende inoltre forma in questi minuti la nuova squadra di governo del massimo consesso ebraico internazionale che, in base ad alcune riforme statutarie approvate in un clima di vivace dialettica, vedrà nel ruolo di chairman David De Rotschild e di tesoriere Chelle Safra. Al presidente dello European Jewish Congress Moshe Kantor la guida delle attività di policy. Tra le sfide più importanti che attendono l’esecutivo la lotta all’antisemitismo che proprio in Ungheria sembra presentare alcune delle maggiori criticità.
Belle parole ma poca attinenza ai problemi reali, primo dei quali la minaccia costituita dal movimento di estrema destra Jobbik. Questa la lettura del Congresso relativamente all’intervento pronunciato ieri dal primo ministro Viktor Orban. “Continueremo a monitorare la situazione e ad esercitare ogni possibile pressione sulle forze democratiche per contrastare questi fenomeni”, si legge nella nota ufficiale diramata in serata. Una posizione condivisa dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane che partecipa ai lavori con una delegazione formata dai consiglieri Roberto Jarach, Cobi Benatoff ed Eva Ruth Palmieri (in sala anche il presidente della Comunità ebraica di Roma e consigliere UCEI Riccardo Pacifici). “L’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane prende atto delle dichiarazioni rilasciate in merito all’impegno del governo nella lotta al razzismo e all’antisemitismo. L’auspicio – afferma il presidente UCEI Renzo Gattegna – è che alle parole possano presto seguire fatti e azioni concrete. Se l’Ungheria si trova oggi a fronteggiare un vero e proprio degrado della democrazia ciò è infatti da attribuirsi anche a gravi responsabilità e carenze delle stesse autorità governative”. C’era grande attesa nell’albergo dove, protetti con misure di sicurezza straordinarie, sono ospitati gli oltre 600 delegatI. Contrariamente al protocollo Orban ha scritto il discorso di proprio pugno completandone gli ultimi concetti nell’imminenza dell’intervento. “Tolleranza zero contro l’antisemitismo. Impegni generici contro il pregiudizio e la violazione della dignità delle persone. Personalmente – spiega Jarach, raggiunto telefonicamente – l’ho trovato abbastanza deludente”. Ad introdurre Orban, nel corso della cena di gala, Lauder e il leader degli ebrei ungheresi Feldmajer. Rivolto a Orban il presidente del Congresso ha ricordato come non sia un segreto che la reputazione internazionale del paese abbia perso appeal negli ultimi anni. Ciò, ha affermato, “non è certo responsabilità della stampa, ma degli estremisti”. Parole significative sono arrivate anche dal ministro israeliano Silvan Shalom, già vicepremier, che nel corso della cena ha invitato l’Ungheria a fare pressione sulle Nazioni Unite affinché Hezbollah venga inserita nella lista delle organizzazioni terroristiche. Ospite di grande prestigio il ministro degli Esteri tedesco Guido Westerwelle, protagonista dell’odierna sessione mattutina. Tra i vari temi messi a fuoco in queste ore strategie e opportunità condivise tra le molteplici espressioni dell’ebraismo mondiale. Momento fondamentale una valutazione delle possibilità economico-finanziare che è stata avviata con la presentazione del bilancio da parte del tesoriere Cobi Benatoff. Nell’annunciare la sua non ricandidatura nel quadro di un nuovo equilibrio all’interno dei vertici in cui sia valorizzata maggiormente la componente europea, ha invitato l’esecutivo che va formandosi in queste ore all’assunzione di sfide e inizative concrete per dare un futuro alle diverse anime rappresentate.

a.s – twitter @asmulevichmoked