…Francesco I

Il mondo ebraico non può certo essere indifferente alla cordialità mostrata da Papa Francesco nei confronti della Comunità Ebraica di Roma nei giorni immediatamente successivi al suo insediamento. In questo clima di concordia si sono insinuati, però, momenti opachi; al commento di Atti 13 44-52 ha fatto riferimento Rav Di Segni su queste pagine la settimana scorsa, un altro si riferisce ad uno dei primi Angelus (forse proprio il primo), in cui commentando l’episodio evangelico della lapidazione dell’adultera è stata richiamata la legge mosaica come esempio di rigorismo indifferente alla compassione. Sono schemi che ben conosciamo e che non eliminano la riconoscenza per un’attenzione tutt’altro che scontata. Se, però, è vero che il Papa teologo non si era distinto per grande capacità relazionale, anche un buon sentimentalismo non è sufficiente a superare incrostazioni ideologiche millenarie. Speriamo in una proficua sintesi fra i due atteggiamenti.

Davide Assael, ricercatore

(8 maggio 2013)