Roma – Primo Levi nei ritratti di Larry Rivers
Si è svolta nei giardini del tempio maggiore a Roma la conferenza stampa di presentazione della mostra “Survivors. Primo Levi nei ritratti di Larry Rivers”. Dal 9 maggio al 15 ottobre il Museo ebraico ospiterà tre storiche tele del pittore americano acquistate da Gianni Agnelli in memoria dello scrittore torinese, suo ex compagno di scuola al liceo Massimo D’Azeglio di Torino, che dal 2002 sono in deposito alla Pinacoteca Agnelli di Torino. A raccontare la straordinaria storia dei dipinti questa mattina il giornalista Furio Colombo che visse la vicenda a stretto contatto con Gianni Agnelli e ne ha raccontato tutti i particolari. Assieme a lui il presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici, il direttore del Museo ebraico Alessandra Di Castro, Ginevra Elkann presidente della Pinacoteca Agnelli di Torino e Mario Maniaci della Fondazione Banca Nazionale delle Comunicazioni sponsor della mostra assieme all’Associazione Daniela Di Castro. Accompagnano l’esposizione dei tre quadri di Rivers alcuni documenti prestati dal Centro Internazionale di Studi Primo Levi di Torino e dell’Istituto romano per la storia d’Italia dal fascismo alla Resistenza.
Un nuovo singificativo appuntamento nel segno di Primo Levi al Museo ebraico di Roma. A partire dal prossimo 9 maggio e fino a metà ottobre in esposizione i ritratti che il pittore newyorkese Larry Rivers dedicò al grande intellettuale torinese a partire dalla seconda metà degli anni Ottanta. Profondamente turbato dalla lettura de I sommersi e i salvati, lettura arrivata dopo un approfondimento sul tema della Shoah legato ad alcuni specifici lavori per il New York Times, Rivers scelse di animare e teatralizzare i romanzi più celebri in tre opere ancora oggi proprietà della famiglia Agnelli: Witness, Survivor e Periodic Table. A colpire l’artista le diverse identità di Levi: chimico, partigiano, testimone della Shoah. Per esprimere al meglio la sua visione della memoria e della morte l’utilizzo della tecnica della cancellazione con figure non pienamente presenti sulla scena. Anche la scelta del carboncino non è casuale: Rivers lo riteneva infatti il materiale più adatto per parlare di Shoah avendo il carbone la stessa valenza della cenere. Dopo un’iniziale giacenza negli Stati Uniti le tele sono trasferite in Italia ed esposte nella sede del quotidiano La Stampa su cui Levi aveva scritto a partire dal 1959 e in forma più continua dal 1968. A prendere questa decisione è Gianni Agnelli in persona. “Mio nonno – spiega la nipote, Ginevra Elkann – decise di collocare i quadri in una grande sala che si trovava al pian terreno della sede della Stampa in via Marenco. Dopo la collocazione venne comunemente chiamata ‘Sala Primo Levi’. Non era aperta al pubblico, ma era usata per le riunioni più importanti e per accogliere i visitatori illustri per un primo saluto o un brindisi di benvenuto”. Dal 2002 le tele si trovano negli uffici della Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli di cui Ginevra è presidente. Opere di straordinaria intensità, ora eccezionalmente in trasferta e per la prima volta esposte al pubblico per rendere omaggio a Levi e allo stesso tempo alla figura dell’Avvocato nel decennale della scomparsa.
Italia Ebraica, maggio 2013
(8 maggio 2013)