Time out – Il benaltrismo
Esiste in Italia una diffusa cultura del benaltrismo. Infatti, ogni qualvolta nella discussione pubblica qualcuno richiama l’attenzione su un problema da risolvere, contemporaneamente si ascolta la voce dei più che dicono che c’è ben altro di cui occuparsi. Una mentalità un po’ perversa, per cui con la scusa che c’è sempre altro da fare, non si fa mai nulla. Ragion per cui, forse non valga la pena chiedersi se, tra le cause del declino di questo paese, vi sia proprio questa naturale inclinazione. Nei momenti di crisi, questo atteggiamento finisce ovviamente per accentuarsi. Qualsiasi cosa che non sia legata all’economia, pare debba passare in secondo piano; come se la necessità di una società di garantire diritti fosse quasi superflua. In realtà dovrebbe essere l’esatto contrario: quanto più le società sono libere e garantiscono diritti democratici, quanto più hanno possibilità di svilupparsi. Per questo che in Italia il tema della cittadinanza ai figli degli immigrati non è più rimandabile. Perché a prescindere dal fatto che si scelga lo Ius soli, o lo ius culturae o lo ius soli temperato, è impellente la necessità di dare garanzie ad una generazione d’italiani che diritti non ne hanno. Giovani che sono nati e cresciuti in questo paese, che, con il loro lavoro, pagano un debito pubblico di cui non hanno responsabilità e di cui non hanno usufruito. A questi nuovi italiani, forse, dovremmo portare più rispetto. E non perché ci convenga, ma anche solo per senso di giustizia. Perché chissà che alla fine, con qualche stabilità in più, non sia proprio questa generazione d’italiani ad aiutarci ad uscire da una crisi che sembra non avere fine.
Daniel Funaro