La storia non scontata
Giustamente Francesco Lucrezi la settimana scorsa parlava del pessimismo di Philip Roth, eppure paradossalmente in questo periodo mi capita spesso di ripensare ad un suo libro di alcuni anni fa per trarne qualche ragione di ottimismo. Complotto contro l’America, del 2004, è romanzo un po’ insolito, una versione alternativa della Storia, in cui l’autore immagina cosa sarebbe successo se alle elezioni americane del 1940 si fosse presentato per i Repubblicani l’aviatore Charles Lindbergh, che aveva manifestato simpatie per la Germania nazista e qualche antipatia per gli ebrei. La storia, possibile ma fortunatamente non accaduta, del trionfo di Linbergh su Roosvelt, del conseguente avvicinamento tra gli Usa e la Germania di Hitler e della progressiva diffusione dell’antisemitismo nella società americana è narrata attraverso gli occhi del piccolo Philip di sette anni, cioè lo stesso Roth come sarebbe stato in quel contesto. Il romanzo è angosciante perché suona terribilmente credibile: leggendolo si ha l’impressione che sarebbe bastato pochissimo perché le cose andassero in quel modo; forse davvero un fatto banale come la scelta da parte di un personaggio celebre se candidarsi o meno alle elezioni può determinare il nostro destino in modi difficilmente immaginabili. Il libro suona credibile anche perché descrive con efficacia un antisemitismo diffuso che probabilmente negli USA degli anni ’30 era molto più forte che nell’Italia degli anni ’30; eppure mentre in Italia abbiamo avuto le leggi razziali e la Shoah, negli Usa gli ebrei hanno conosciuto un’integrazione nella società forse mai vista nella storia. Dunque non sempre l’antisemitismo diffuso comporta davvero guai per gli ebrei, così come purtroppo non è detto che dove l’antisemitismo è scarso gli ebrei possano sempre stare tranquilli. La ragione di ottimismo sta nel fatto che possiamo chiudere il libro (il cui finale, per la verità, a mio parere non è all’altezza del resto), tirare un sospiro di sollievo e rallegrarci perché le cose non sono andate così; ad ogni pagina ci conforta ricordare che nella realtà la Storia ha preso una direzione del tutto diversa. Il romanzo mi ha trasmesso, forse contro le intenzioni del suo autore, una speranza tenue ma difficilmente cancellabile: non è accaduto, quindi può non accadere di nuovo.
Anna Segre, insegnante