Qui Genova – L’Haggadah della speranza

Settantuno tavole realizzate a mano a riprodurre fedelmente un’opera che ha segnato la storia degli ebrei d’Europa. È lo straordinario risultato della mostra dedicata all’Haggadah trecentesca di Sarajevo inaugurata quest’oggi al museo ebraico di Genova grazie al contributo dei due curatori, Alberto Rizzerio e Daniele Sulewic, e al supporto delle molte realtà che hanno sostenuto l’iniziativa: Centro culturale Primo Levi, Comunità ebraiche di Genova e Sarajevo, Casa Editrice Rabic. L’esposizione si lega alle celebrazioni, nel pomeriggio a Palazzo Ducale, per la consegna del Premio Internazionale Primo Levi 2012 a Jacob Finci, filantropo, ambasciatore, presidente della comunità ebraica bosniaca. E soprattutto, tra le personalità che più si sono spese in questi anni per risolvere le contrapposizioni e alleviare i lutti che hanno attraversato la regione balcanica. Sofferenze che sono raccontate anche in una seconda mostra ospitata al Museo: la fotostoria dell’assedio di Sarajevo e del formidabile contributo dato in questa circostanza dall’associazione Benevolencija attraverso gli scatti di Edward Serotta.
Negli anni del nazifascismo soltanto il coraggio del bibliotecario del Museo nazionale, un musulmano, tenne l’Haggadah al riparo dalle mire da chi voleva trarne profitto grazie al suo repentino trasferimento in una moschea dove rimase fino alla cessazione delle ostilità. Singolarmente la sua salvezza la si deve, in ogni circostanza, all’Islam e all’apporto fornito da persone che si riconoscono in questa religione. Era musulmano il direttore del Museo che in occasione dell’ultimo conflitto decise di metterla al sicuro nel caveau – dove è tuttora custodita – proteggendola dal fuoco nemico e dai bombardamenti. Ed era nella tollerante società ottomana che trovò ospitalità alla luce del sole dopo la cacciata degli ebrei dalla Spagna a seguito del vergognoso editto di espulsione del 1492.
Nel pomeriggio, come detto, l’omaggio a Finci nel solco dei grandi valori e ideali che hanno sempre caratterizzato questo premio nel cui registro figurano personalità del calibro di Shimon Peres, Willy Brandt, Nadine Gordimer. A Palazzo Ducale interverranno, tra gli altri, il presidente del Centro culturale Primo Levi Piero Dello Strologo, il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, l’ambasciatore di Bosnia-Erzegovina a Roma Nerkez Arifhodzic e lo storico Silvio Ferrari. Al Museo, questa mattina, l’intervento del rabbino capo di Genova Giuseppe Momigliano.
“Con la sua lungimiranza – afferma Gattegna – Finci ha indicato quale strada percorrere per arrivare alla pacificazione dopo anni di incomunicabilità e terribili violenze. Al centro della sua azione una costante prospettiva dialogica e la concretezza di una serie di interventi umanitari, svolti il più delle volte in condizioni di estrema difficoltà, che hanno permesso di salvare migliaia di vite senza distinzione di etnia, cultura, religione”.

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(12 maggio 2013)