“Calabria, l’emozione
di tornare a casa”
Illustri autorità, cari amici
sono molto lieto di essere qui e di portarvi il saluto dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
Desidero innanzitutto ringraziare la Regione Calabria, quest’anno ospite d’onore del Salone, per aver pensato e voluto inserire questo appuntamento tra le molte iniziative.
Il merito deve essere riconosciuto soprattutto all’assessore alla Cultura Mario Caligiuri, alla sua tenacia, alla sua sensibilità, alla sua amicizia, di cui mi onoro, sorta e sviluppatasi lavorando insieme su concrete iniziative culturali.
Ma voglio evidenziare una circostanza eccezionale perché, intorno a questo tavolo, abbiamo il piacere e l’onore di avere anche Silvia Godelli, assessore alla Cultura della Regione Puglia, con la quale nel settembre 2009 l’Unione delle Comunità organizzò un’intera settimana di eventi in diverse località, la prima grande iniziativa per la riscoperta della cultura ebraica nel Meridione d’Italia, che ebbe un successo e risvegliò un interesse eccezionale.
È stato un vero piacere che due diverse regioni vivano la loro presenza qui in chiave di collaborazione e di amicizia e non di concorrenza.
Un caldo saluto e un sincero ringraziamento rivolgo anche al professor Giancarlo Lacerenza, docente di lingua e letteratura ebraica biblica e medievale all’Università Orientale di Napoli e ai rabbini Roberto Della Rocca e Amedeo Spagnoletto.
Da alcuni anni ho raggiunto la convinzione che dal 1948 per gli europei, per gli italiani e, in particolare per gli ebrei italiani, sia iniziata una nuova era, una rinascita che ha visto come espressione più significativa la promulgazione della Carta costituzionale che sancisce solennemente la libertà e l’uguaglianza di tutti i cittadini e la tutela dei diritti delle minoranze.
Questa nuova era è stata caratterizzata, sin dall’inizio, da una positiva evoluzione dei rapporti con lo Stato e con la società italiana della quale gli ebrei sono parte integrante e costitutiva.
Il Meridione è stato per 1500 anni la parte della Penisola con più forte e vivace presenza ebraica. Un capitolo della storia italiana tanto sconosciuto, o più precisamente tanto ignorato, quanto importante e significativo.
Il Meridione è stata una zona nella quale, anche a causa delle frequenti invasioni e diverse dominazioni che si sono avvicendate, si sono verificate forti oscillazioni e contraddizioni: libertà e oppressione, rispetto e persecuzione.
Da alcuni anni, dopo cinque secoli, è iniziata un’intensa collaborazione finalizzata a far riemergere una realtà umana e culturale che dal 1541 non aveva più avuto diritto e possibilità di manifestare la propria esistenza.
La componente ebraica della società, per sopravvivere, fu costretta ad inabissarsi così profondamente da sembrare inesistente, ma più che una realtà fu un’illusione ottica, un’apparenza.
Ora i tempi sono maturi e si sono create le condizioni favorevoli per far riemergere non solo dalla terra i reperti archeologici ma anche nelle menti e nei cuori lontani ricordi tramandati di generazione in generazione nell’intimità delle case.
Un’operazione culturale di grande portata e di grande interesse oltre che umano anche scientifico; un’operazione alla quale siamo orgogliosi di partecipare e che ci ha procurato forti emozioni quando, sia dai rappresentanti politici e religiosi che dalla popolazione aperta e ospitale, ci siamo sentiti dire non solo “benvenuti” ma soprattutto “bentornati”.
Concludo con una nota di carattere personale: il 20 dicembre 2012 il sindaco di Santa Maria del Cedro, Giuseppe Aulicino, in occasione di un convegno culturale mi ha voluto conferire, nella mia qualità di presidente dell’Unione delle Comunità, la cittadinanza onoraria.
Ho accolto questa onoreficenza come simbolo di un legame e di un impegno a lavorare uniti per riscoprire i segni di un passato di convivenza e di accoglienza e nel contempo un invito ad affermare il principio che in campo culturale la diversità, se non portata avanti in maniera aggressiva, non deve essere considerata un pericolo ma una inestimabile fonte di ricchezza.
Renzo Gattegna, presidente Unione delle Comunità Ebraiche Italiane
(Torino, 19 maggio 2013)