Qui Padova – Circoncisione, tra bioetica e dovere religioso

“Solo quando la circoncisione è motivata da ragioni terapeutiche o profilattiche deve essere realizzata da un medico. Per contro, la circoncisione rituale dei neonati ebrei può essere eseguita non solo da medici, ma anche da altre persone, in genere ministri di culto, competenti e responsabili della corretta effettuazione, con rispetto scrupoloso dell’igiene e dell’asepsi, che garantiscano personalmente la continuità dell’assistenza dopo la circoncisione”. Così il presidente dell’Ordine di Padova e vicepresidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri Maurizio Benato ha sottolineato nel corso del convegno “La circoncisione tra bioetica e dovere religioso” organizzato a Padova, nella struttura della sinagoga tedesca, dall’Associazione medica ebraica in collaborazione con l’Ordine provinciale dei medici chirurghi e odontoiatri e la Comunità ebraica della città. Parole che il presidente Ame e consigliere dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane con delega al sociale Giorgio Mortara definisce come molto importanti, perché testimoniano il riconoscimento della professionalità dei moalim che operano in Italia. A intervenire all’incontro sono stati il rabbino capo della Comunità di Padova Adolfo Locci e il presidente della Comunità islamica del Triveneto Kamel Layachi, che si sono soffermati sul significato religioso della pratica della circoncisione nell’ebraismo e nell’islam, mentre ad approfondire il profilo più strettamente medico, sono stati lo stesso dottor Bennato, l’urologo Fabrizio Dal Moro, il docente universitario David Sacerdoti, il dottor Ilan Brauner che ha affrontato la questione da un punto di vista legale.
Concludendo l’incontro, moderato da Daniele Radzik, David Sacerdoti e dal vicepresidente della Comunità ebraica Gianni Parenzo, Mortara ha infine proposto l’istituzione di un albo di moalim certificati e la previsione dell’assistenza, a ciascun brit milah, di un medico chirurgo.
Tra gli altri è stata affrontata dal presidente dell’Ordine di Padova anche la questione della mancata copertura delle spese per la circoncisione da parte del Servizio sanitario nazionale, che rappresenta un problema soprattutto per famiglie immigrate, in particolare dall’Africa, che non possono permettersi di coprire le spese di un’operazione che, se praticata oltre i primi mesi di vita, da adolescenti o adulti (come è uso nell’islam o in alcune religioni o tradizioni praticate in vari Stati africani) va assimilata comunque a un piccolo intervento chirurgico.
“Le circoncisioni maschili eseguite clandestinamente, non da medici esperti, senza idonei strumenti e garanzie di igiene, asepsi e assistenza, sono pericolose e da contrastare.
È necessario continuare l’opera di sensibilizzazione recentemente avviata dal ministero della Salute. Occorre nel contempo fornire alle famiglie interessate risposte adeguate e reali alternative. È infine opportuno sviluppare, nella formazione dei medici e degli operatori sanitari, i temi e le problematiche legate alla migrazione” ha sottolineato Benato.

(28 maggio 2013)