Setirot – Partigia e il partito preso
Leggendo sul Sole 24 Ore di domenica scorsa la recensione di Sergio Luzzatto al nuovo libro di Ariel Toaff (“Storie fiorentine. Alba e tramonto dell’ebreo del ghetto”, edizioni Il Mulino), mi sono chiesto con un vago senso di assillo perché, ormai, talune firme considerate, diciamo così, eretiche – Luzzatto e Toaff appunto – dovessero per forza andare insieme. Poche ore dopo arrivava Pagine ebraiche online in cui David Bidussa si interrogava sulle motivazioni per cui di un libro come “Partigia” di Luzzatto non si potesse o riuscisse a discutere pacatamente. Bidussa indica, a mio avviso, la metà più importante di una verità per noi tutti triste e preoccupante. E cioè che non si esaminano più i contenuti (di un saggio storico, di una tesi politica, di un pensiero), cogliendo gli aspetti negativi e quelli positivi, concordando o discordando, ma ci si mette semplicemente e disciplinatamente in fila per chiedere la tessera di questo o quell’altro partito preso.
Stefano Jesurum, giornalista
(30 maggio 2013)