Qui Roma – Donne e religioni monoteiste
Monoteismi a confronto sui temi dell’educazione e della crescita culturale dei giovani dall’infanzia alla maggiore età. Col patrocinio di Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e Adei Wizo, il terzo convegno Donne e religioni monoteiste organizzato dall’associazione culturale Sound’s good a Palazzo Marino tocca da vicino le sfide più pressanti. Numerosi, in un ampio coro di voci, i contributi ebraici che animano la giornata. Ad intervenire sono Paola Sonnino (Adei Wizo), Silvana Cagli Ajò (Comunità ebraica di Roma) e Ilana Bahbout (UCEI). Nel pomeriggio, tra i relatori, il preside delle scuole ebraiche capitoline rav Benedetto Carucci Viterbi. In sala assistono all’incontro il consigliere UCEI Eva Ruth Palmieri, il presidente dell’Adei Wizo Roma Viviana Levi e l’animatrice di molte iniziative culturali Ziva Modiano Fischer.
“Cosa significa educare? E come si intreccia con il femminile? E ancora – si è chiesta Bahbout, coordinatrice del Dipartimento Educazione e Cultura UCEI – che cosa ne può scaturire all’interno di un orizzonte di crescita culturale comune?”. Tra le molte esperienze approfondite l’attivismo dell’intellettuale ginevrina Jeanne Hersch, che elaborò una filosofia incentrata sulla nozione di libertà vista da un punto di vista sia morale che teoretico e sul rispetto dei diritti umani. E ad essere citate, relativamente ai giorni nostri, sono anche le iniziative per il dialogo e la reciproca comprensione svolte dall’Adei Wizo sotto il cappello del corso Una cultura in tante culture che ha nell’educatrice Angelica Edna Calò Livne una delle principali protagoniste.
“Nel mondo ebraico – spiega Bahbout – l’educazione è un qualcosa che non si esaurisce mai. Essa esige, come vuole la sua radice ebraica chinuch, un continuo rinnovamento. Un essere umano che smetta di studiare e apprendere è un po’ come se morisse come persona. Un grande maestro viene definito letteralmente un allievo sapiente”.
Nell’occasione si dà lettura di un messaggio del ministro per l’Integrazione Cecile Kyenge. “Il dialogo tra personi di fedi diverse, che possiedono visioni del mondo e dell’ultraterreno differenti, certamente arricchisce chi lo pratica – sottolinea – ma è soprattutto una premessa fondamentale per una nazione coesa, una società accogliente e un mondo di pace”.
Tra le tante realtà che hanno sostenuto il convegno Università La Sapienza di Roma, Casa internazionale delle donne, Fondazione Nilde Iotti, Coreis e ITT Cristoforo Colombo.
(31 maggio 2013)