Qui Torino – Un giardino per Wiesenthal
Da oggi il parco di Largo Orbassano a Torino diventa luogo della Memoria. Nel corso della mattinata si è infatti svolta la cerimonia di intitolazione del giardino a Simon Wiesenthal, sopravvissuto alla Shoah che ha dedicato il resto della sua vita a raccogliere informazioni sui criminali nazisti per poterli rintracciare e sottoporre a processo, affinché nessuno rimanesse impunito. “Giustizia e non vendetta”, teneva a ribadire lo stesso Wiesenthal. Hanno preso parte alla cerimonia il presidente del Consiglio comunale Giovanni Maria Ferraris, il consigliere comunale Carmine Bonino, il presidente della Comunità ebraica Beppe Segre ed Enrico Loewenthal, ex partigiano e conoscente diretto di Wiesenthal. Wiesenthal, nato a Buczacz nel 1908, venne fatto prigioniero in quanto ebreo e deportato in tredici diversi campi di concentramento. Venne liberato il 5 maggio 1945, quando le truppe alleate giunsero al campo di Mauthausen. Wiesenthal viene considerato per il suo operato “la coscienza della Shoah”. Lui stesso ha affermato e “Sopravvivere è un privilegio che comporta degli obblighi” e “Voglio essere il portavoce di tutti coloro che non sono sopravvissuti”. Il presidente Segre pone l’accento sulla volontà di Wiesenthal di ricercare le responsabilità personali, e non limitarsi a semplicistiche generalizzazioni. L’operato di Wiesenthal, ha ricordato, “è una risposta e un monito ai criminali che intimavano ai prigionieri che se anche fossero tornati, nessuno gli avrebbe creduto”. Ma per i crimini non c’è prescrizione e per gli assassini “non c’è oblio”. “Le strade sono luoghi di transito, in cui si effettuano passaggi veloci. Un giardino è invece un luogo di pace e di quiete, in cui vi è il tempo di notare il suo nome e ricordare il suo operato”. Queste le parole scritte dalla figlia di Wiesenthal in occasione della cerimonia, lette al pubblico dal consigliere Bonino che, assieme alla Comunità ebraica, ha sollecitato tale iniziativa.
Alice Fubini
(31 maggio 2013)