…solidarietà
Quando nel 1830 Giacomo Treves vinse la lotteria di Vienna, volle destinare una parte consistente della somma a beneficio dei poveri delle 30 parrocchie di Venezia, alle quali vollero aggiungere la comunità ebraica come trentunesima. Quando Sarajevo era sotto le bombe dei serbi all’inizio degli anni ’90 la farmacia della Benevolencia, una storica istituzione sefardita della comunità ebraica locale, distribuiva gratuitamente farmaci alla popolazione bisognosa. Ora che viviamo una crisi economica che pesa come una mezza guerra (anche se i più ancora non vogliono prenderne atto) c’è chi progetta l’apertura di una cucina popolare casher aperta dichiaratamente a ebrei e non ebrei. La storia della solidarietà ebraica si ripete e si aggiorna, e credo se ne debba cogliere il giusto valore. Io rimango convinto che iniziative del genere dovrebbero essere più frequenti, e dovrebbero essere coordinate a livello nazionale. La questione sociale è al momento la grande priorità, e le organizzazioni ebraiche dovrebbero unire i loro sforzi lavorando nel concreto e rispettandosi nelle differenze. Magari si riuscirà così a razionalizzare anche la spesa alimentare, scardinando quel sistema assurdo e imbarazzante che impone alla carne casher prezzi di tre volte superiori a quelli praticati nelle comuni rivendite alimentari.
Gadi Luzzatto Voghera, storico
(31 maggio 2013)