Roma – Sami Modiano e la “sua” Rodi
“Quel giorno ho perso la mia innocenza. Quella mattina mi ero svegliato come un bambino. La
notte mi addormentai come un ebreo”. È la terribile testimonianza di Sami Modiano, nuovamente al centro di una serie di iniziative in cui, con il coraggio e la passione che gli sono propri, si fa portavoce della memoria degli ebrei dell’isola di Rodi.
Ne Il viaggio più lungo, documentario appena presentato nelle sale, i luoghi e le sensazioni di un mondo ormai scomparso rivivono in spaccati di grande suggestione che si fissano negli occhi dello spettatore. In ‘Per questo ho vissuto’, edito da Rizzoli, Sami racconta l’orrore di Auschwitz lasciando nel lettore una traccia viva dei tanti, tantissimi che non sono tornati facendo sì che nomi e storie possano essere trasmessi attraverso le generazioni.
Ieri sera, al Centro Pitigliani di Roma, i due momenti si sono fusi in un appuntamento denso di emozioni conclusosi, a sorpresa, con i festeggiamenti per i 55 anni di matrimonio tra Sami e la moglie Selma.
Accanto a Modiano tanti amici che non sono voluti mancare: il direttore scientifico del Museo della Shoah Marcello Pezzetti, il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, lo storico Umberto Gentiloni, il compagno di testimonianza Piero Terracina. Ad intervenire anche la direttrice del Pitigliani Ambra Tedeschi ed Elvira Di Cave, consigliere dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e animatrice delle iniziative romane dedicate ai sopravvissuti.
“Ho scritto questo libro – ha affermato Sami – perché avevo un grande desiderio, lasciare qualcosa della comunità in cui sono nato e cresciuto. Eravamo come una cosa sola. Per questo dico che a Birkenau ho perso 2500 familiari”.
(3 giugno 2013)