Voci a confronto
Sul Corriere della sera botta e risposta tra Sergio Luzzatto e Alberto Cavaglion dopo le inedite rivelazioni di quest’ultimo che, sulla Stampa, smontava ieri in molti punti il tentativo di Luzzatto di svalutare la figura di Primo Levi.
“Conoscevo benissimo il diario del curato e la tragica vicenda della profuga ebrea suicida – scrive Luzzatto, che annuncia un lungo intervento proprio sulle colonne del quotidiano torinese – ma dalle mie approfondite ricerche sull’argomento risulta che i fatti non andarono come Cavaglion ritiene di aver scoperto e comunque non ebbero alcun rapporto con l’esecuzione di Oppezzo e Zabaldano. Ho preferito non parlarne nel libro, perché la documentazione di cui dispongo ha un carattere privato e mi è stata fornita in via riservata, sulla base di un rapporto fiduciario”.
Pronta la risposta di Cavaglion: “Non do per certo che responsabili della sua morte fossero Oppezzo e Zabaldano, ma fa specie che il diario del parroco non sia neppure menzionato in un libro che si sofferma anche su minimi particolari della lotta partigiana in Val d’Aosta. Luzzatto non gli dedica neppure una noticina, anzi non cita mai il curato. Adesso forse demolirà quella fonte come inutile nella sua replica, ma è un po’ tardi, dopo che gli è stata rinfacciata la lacuna”. Luzzatto, prosegue Cavaglion, ha allestito un processo indiziario per dimostrare che i due ragazzi vennero uccisi per futili motivi “ignorando non solo la testimonianza del curato, ma anche quella del medico condotto, che ora sta venendo fuori”. Il suo, conclude, è un libro a tesi scritto con l’obiettivo di gettare un’ombra su Levi”.
Sul Giornale, rodando meccanismi già sperimentati in occasione dell’uscita di Partigia, si fanno i nomi dei cosiddetti ‘custodi dell’ortodossia resistenziale’: oltre a Cavaglion, Repubblica, Gad Lerner, Pagine Ebraiche, Guido Vitale, l’Anpi.
Grazie all’articolo di Cavaglion, scrive con vena polemica Luigi Mascheroni, “il mito resistenziale è rimesso in piedi, la memoria di Levi riabilitata, le ombre sulla sua figura dissipate, gli storici tendenziosi messi in riga”.
Sulla Nazione i ragazzi delle scuole si trasformano in cronisti per un giorno. L’approfondimento è oggi dedicato alla Comunità ebraica fiorentina con attenzione alle sue vicende storiche ma anche alla voce di alcuni suoi protagonisti.
La crisi siriana tiene ancora banco su numerosi quotidiani. Sul Giornale Fiamma Nirenstein ne approfondisce alcuni aspetti per poi soffermarsi sulle manifestazioni di piazza a Istanbul. “Le piazze che protestano contro Erdogan – scrive – non possono sopportare la stretta del potere islamista che egli impone: non basta una maggioranza parlamentare nel complesso Paese di Kemal Ataturk, sia pure ottenuta tre volte, per proibire l’alcol, spingere al velo, proibire l’aborto che è legge dello Stato, punire le affettuosità dei ragazzi in pubblico, tenere per i terroristi di Hamas e puntare sulla Fratellanza Musulmana, imprigionare 94 giornalisti insieme a decine di importanti capi militari”.
Lunga intervista, su Repubblica, al ministro della Difesa Mario Mauro. Relativamente alla crisi siriana, il ministro sottolinea come l’evoluzione della situazione metta a repentaglio la sicurezza di Israele. “Dobbiamo lavorare – afferma – perché possibili reazioni di Israele vengano contenute, ma anche perché si annulli la possibilità che aumentino i pericoli per Israele. Quel tipo di forniture militari alla Siria sono un errore”.
(3 giugno 2013)