Qui Milano – Studiosi a confronto sul negazionismo
“Il negazionismo ha come oggetto non tanto una negazione, Auschwitz non è mai esistito, quanto, e non paia paradossale, una affermazione, esiste Auschwitz come menzogna”, ha spiegato ieri sera Claudio Vercelli, autore del libro intitolato appunto Il negazionismo, storia di una menzogna, nel corso della sua presentazione al Memoriale della Shoah di Milano, organizzata dall’Associazione Figli della Shoah e dal Circolo Carlo Rosselli Milano, in collaborazione con Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea, Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia (INSMLI), Associazione Italia-Israele Milano e Fondazione del Memoriale della Shoah di Milano. Il libro di Vercelli ricostruisce storicamente il fenomeno negazionista evidenziandone l’evoluzione e ne descrive i protagonisti e gli ideologi. “Il negazionista gioca su un duplice paradigma, da un lato quello del vittimismo e dall’altro su un altro passaggio fondamentale, una sfida potente che il negazionismo porta non solo al giudizio di buon senso e alla storiografia, ma ai codici condivisi, ovvero l’elemento della demistificazione”, ponendosi come portatore di una visione non solo inedita e integrale, e per questo messo al bando dalla comunità scientifica, ma soprattutto liberatoria della storia, che smaschera la vera menzogna e porta emancipazione alla persona di buon senso messa in una condizione di subalternità dai potenti. A discutere con l’autore, Michal Navoth, avvocata e giurista internazionalista, direttrice della rivista JUSTICE (dell’International Association of Jewish Lawyers and Jurists), Liliana Picciotto, storica contemporaneista, nonché direttrice dell’Archivio Storico del CDEC, Valentina Pisanty, semiologa, docente dell’Università degli Studi di Bergamo e Milena Santerini, pedagogista, docente dell’Università Cattolica Sacro Cuore di Milano. Moderatore del dibattito direttore del Corriere della Sera e presidente della Fondazione Memoriale della Shoah di Milano, il cui vicepresidente Roberto Jarach, vicepresidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, era presente in sala.
Francesca Matalon twitter @MatalonF
(4 giugno 2013)