La colpa di quelli di prima

È un’abitudine molto di moda, dal mondo della politica a quello della scuola, che purtroppo pare aver contagiato anche le nostre Comunità: scaricare la responsabilità su “quelli di prima”. Buchi di bilancio ereditati dalle amministrazioni precedenti, problemi lasciati irrisolti, ecc. Persino chi ha governato l’Italia per quasi vent’anni riesce incredibilmente a trovare il modo per dare la colpa a qualcun altro. A scuola alunni e genitori (e purtroppo a volte anche gli insegnanti stessi, che non sempre capiscono quanto sia controproducente il gioco al massacro tra colleghi) attribuiscono lo scarso rendimento alle manchevolezze dell’insegnante del ginnasio, delle medie, delle elementari (per ora non ho ancora sentito nominare la scuola materna ma prima o poi si arriverà anche a quella).

Ieri sera, leggendo e ascoltando la relazione del Consiglio all’Assemblea, ho scoperto che purtroppo la moda ha raggiunto anche la Comunità di Torino, che finora ne era stata quasi sempre miracolosamente immune, pur in mezzo a gravi lacerazioni su temi specifici. In alcune parti la relazione conteneva infatti affermazioni terribilmente gravi e al contempo decisamente criptiche, e quindi non confutabili dai diretti interessati. Ora, le nostre Comunità sono gestite da Consigli che durano in carica per periodi limitati, mentre i problemi restano, e probabilmente ogni Consiglio si trova ad affrontare qualche nodo che il precedente non è riuscito a risolvere del tutto. Ma se ogni volta si dovesse sempre ricominciare da capo, sputando su tutto ciò che è stato fatto in precedenza, dove andremmo a finire con i nostri piccoli numeri? Chi sarà ancora disposto a dedicare alle Comunità tempo ed energia con il rischio di ritrovarsi dopo qualche anno accusato di non si sa bene cosa? Chi avrà voglia di collaborare con chi ha buttato lì alla leggera pesanti insinuazioni contro suoi amici e parenti? Coloro che non si pongono questi problemi dovrebbero almeno chiedersi: sarò davvero inattaccabile quando quelli che verranno dopo daranno a me la colpa di tutto?

Anna Segre, insegnante

(7 giugno 2013)