umiltà…
“Allora cantò Israele questa cantica: Sgorga o pozzo, celebratelo!” (Numeri 21:17). Un andante molto noto recita che la Torà non si acquisisce se non c’è shalom, nel senso di pienezza, completezza. Questa pienezza non si può raggiungere se non non si ha una buona dose di umiltà, qualità presente nella scuola di Hillel e per la quale ebbe il merito di definire molte halakhot-norme (‘Eruvin 13b). Attraverso lo studio della Torà senza altri fini si possono distinguere le scintille di kedushà della stessa e questo, secondo rabbì Chayym Yosef David Azulay, sarebbe il senso dell’espressione della cantica dei figli d’israel: ‘alì beer ‘enù la (עלי באר ענו לה), per far salire le scintille della Torà bisogna 1) ‘enù (ענו che si può leggere ‘anaw- umile) che la persona sia umile 2) la (לה per lei) che lo studio della Torà sia senza altri fini se non quello di onorarla e riconoscerla nella sua pienezza, scritta e orale…
Adolfo Locci, rabbino capo di Padova
(10 giugno 2013)