Europeo Under 21 – Eliminati dal torneo,
israeliani e inglesi danno un calcio al razzismo
Sul campo è stata sonoramente sconfitta: tre ko su tre match disputati (ieri, l’ultimo, contro i padroni di casa). Così dell’Inghilterra Under 21 del calcio, fresca di eliminazione agli Europei di categoria in Israele, si ricorderà soprattutto l’impegno fuori dal fazzoletto verde. E non è poco, visto l’aria che tira. Una significativa delegazione di atleti e dirigenti, accompagnata dai pari età israeliani, ha infatti partecipato a un incontro di sensibilizzazione sul razzismo nel mondo dello sport. Una piaga senza confini che interessa da vicino la stessa federazione locale che, in questi mesi, si è trovata ad affrontare casi spinosi come la recrudescenza (verbale e non) dei supporter del Beitar Gerusalemme, vicini all’estrema destra anti-araba, e di altre tifoserie particolarmente accese. L’incontro, avvenuto alla vigilia del match vinto da Israele per uno a zero, ha richiamato a Netanya giovani calciatori in erba di entrambi i sessi e dalle diverse origini e provenienze. Coinvolta anche una compagine interamente beduina. Slogan dell’evento “Football for all”, come recitava lo striscione esposto all’altezza della metà campo. Presente anche il numero uno della Federazione, Avi Luzon, che ha sottolineato come il calcio non sia soltanto goal e punti in classifica, “ma anche vittorie che si consumano fuori dal campo”.
Oggi, dopo l’approdo alle semifinali di Italia e Norvegia, l’ultimo turno del girone B decreterà i rispettivi accoppiamenti. I giochi, almeno per la qualificazione, sono già fatti. Olanda e Spagna si disputeranno infatti il primato del girone – fondamentale, visto che servirà ad evitare gli Azzurri – in uno scontro diretto molto atteso. Per Germania e Russia, appaiate a zero punti, un ultimo scatto di orgoglio per evitare il filotto di sconfitte. E se la Russia saluta abbastanza a fari spenti, la Germania lascia dietro di sé una scia di emozioni senz’altro maggiori. Complice, in particolare, la maglietta di questa spedizione con la scritta in ebraico “Ci sentiamo come a casa” accanto alle bandiere dei due paesi. Una scelta d’impatto che, grazie ai social network, è stata vista e commentata da milioni di utenti in tutto il mondo. Ci si è fortemente divisi, tra chi ne apprezza il coraggio e la portata simbolica e chi invece la giudica un’operazione di esclusivo taglio commerciale. Un dibattito serrato che sta animando in queste ore anche la nostra postazione Facebook dove sono molte le voci e i pareri ospitati.
a.s – twitter @asmulevichmoked
(12 giugno 2013)