…indagine
La recente indagine sull’ebraismo italiano, commentata a più riprese su queste pagine, mette in luce due grandi dati che rischiano di ridurre i numeri di molte Comunità Ebraiche, fino a mettere a rischio la quota necessaria per realizzare una vita ebraica. Il primo dato è la scarsa natalità, il secondo la tendenza all’assimilazione, con i matrimoni misti in cima alla lista, ma anche la scarsa osservanza, la bassa partecipazione alla vita comunitaria… Se la prima questione non pare essere una specificità ebraica, riflettendo tendenze più generali della società occidentale, sulla seconda qualche domanda l’ebraismo italiano se la dovrà pur fare. Anzitutto, io mi chiedo, perché ci si assimila? Come mai l’ebraismo ha perso attrattiva sui propri membri? Tanto più che, per mia esperienza, molto distanti da una vita ebraica sono coloro che hanno frequentato la scuola ebraica dai 3 ai 19 anni. Secondo: molte identità umane, nel corso della storia, sono scomparse, perché la scomparsa dell’ebraismo dovrebbe essere diversa, che so, da quella dello zoroastrismo? E nessuno piange la scomparsa dei fedeli di Zeus. Seguendo il dibattito, a me pare che il discorso sia tutto svolto in chiave identitaria, che è elemento molto, molto debole capace di resistere allo scorrere del tempo solo erigendo barriere patologiche. Ma sono proprio la stessa cosa l’estinzione (per ora neanche immaginabile) dell’ebraismo e dello zoroastrismo? Se no, perché?
Davide Assael, ricercatore
(12 giugno 2013)