Tea for Two – Dalla parte di Augusta
Quando al liceo inizi a studiare filosofia, i professori si divertono ad infarcirti la testa di frasi come: “Un uomo non può bagnarsi due volte nello stesso fiume, perché né l’uomo né il fiume sono gli stessi”. Perle alle quali gli studenti rispondono come un comune lettore di Fabio Volo: “Quanto è vero”. Beh è vero, davvero. Dovendo rileggere la Coscienza di Zeno per un esame, ho avuto una epifania. Se due anni fa la concentrazione è stata tutta sulla vecchia canaglia che rispondeva al nome di Zeno Cosini, oggi qualcosa è cambiato. O forse tutto è cambiato per fare in modo che nulla cambiasse (occhiolino al Gattopardo). Improvvisamente, mi sono sentita terribilmente vicina ad Augusta, la moglie del Cosini, che accetta di sposarlo dopo che è stato rifiutato dalle due sorelle Ada ed Alberta (l’iniziale in A è un must per la famiglia Malfenti). Augusta che culla l’ipocondria del marito, che sorride delle sue ansie senza mai deriderlo. Ha fiducia in lui, non sospetta di essere una moglie tradita ma non perde mai la dignità. Perché è perfettamente consapevole che il suo Zeno non la lascerà mai. Non è bella come Ada, non cerca l’emancipazione come Alberta, non saltella capricciosa come la piccola Anna, eppure Augusta è un personaggio meraviglioso. Un’eroina tutta novecentesca, l’unica donna che riesce, a suo modo, a rendere felice un personaggio sveviano. Perfetta perché coraggiosa, coraggiosa perché resta. Augusta l’anti Angiolina, l’anti Annetta Maller. Le voglio così bene: rimette in sesto la villa del Cosini, riceve una stanza per la lavanderia in cambio del primo tradimento. Mi dispiace solo che si sia accontentata di essere amata per metà. Mi dispiace non averle potuto dire, mentre si deprimeva allo specchio o rifiutava qualsiasi tipo di competizione con la sorella Ada dai meravigliosi capelli scompigliati: “Augusta sei tu la protagonista”, come in una pubblicità dello shampoo. Quanto sarei curiosa di leggere una volta per tutte La coscienza di Augusta.
Rachel Silvera, studentessa
(17 giugno 2013)